Acqua
Francia, guerra di cifre sulla pesca a strascico
Secondo le ong, il Governo francese mente sui dati relativi alla pesca in acque profonde. E chiama in causa il conflitto di interessi
La Francia avrebbe ignorato deliberatamente le proprie ricerche scientifiche per opporsi al progetto europeo di proibizione della pesca in acque profonde, è questa l’accusa che otto ong transalpine hanno mosso attraverso un comunicato congiunto che è stato reso pubblico ieri, martedì 8 luglio.
L’atto d’accusa nasce da due rapporti inediti dell’Institut français de recherche pour l’exploitation de la mer (Ifremer).
Per Bloom, Greenpeace, WWF e per la Fondation Goodplanet le ricerche dell’Ifremer sulla pesca in acque profonde dimostrano che i danno ambientali della pesca in acque profonde sono tanto maggiori quanto il numero di impieghi dipendenti da questa attività è scarso. Se si pesca in profondità, insomma, è per ottenere i massimi risultati con il minimo impiego di personale.
Il numero di navi francesi che praticano la pesca in acque profonde è basso: nel 2012 – secondo i dati Ifremer – 12 pescherecci francesi hanno partecipato ad attività di pesca a –600 metri, mentre altre 10 navi hanno operato a –800 metri. Ma la posizione del Governo francese portata a Bruxelles dal segretario di Stato ai Trasporti, al Mare e alla Pesca, Frédéric Cuvillier, si oppone ai dati prodotti da Ifremer, affermando che questi siano dati sovrastimati.
Isabelle Laudon, coordinatrice delle politiche pubbliche del WWF, ha raccontato come sia stato complesso (e ostacolato) l’accesso ai dati. Nel 2012 tredici specie di squali hanno rappresentato il 6% delle catture dei pescherecci da traino francesi. Secondo l’unione internazionale per la conservazione della natura 11 su 13 sono a rischio estinzione. Philippe Germa, direttore del WWF, ha aggiunto:
Dopo la decisione di Carrefour di rimuovere dai suoi firghi i prodotti della pesca profonda , anche Intermarché ha annunciato che la sua flotta non pescherà più oltre gli 800 metri di profondità e che ciò non avrà alcun impatto in termini di posti di lavoro. A oggi non resta che una nave direttamente interessata a questo divieto di pesca oltre questo limite e il suo porto di riferimento è quello di Boulogne-sur-Mer, città nella quale Frédéric Cuvillier è stato eletto. Siamo in una situazione simile a un conflitto d’interessi.
Via | Le Monde
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