Inquinamento
Operai morti per amianto alla Fiat Alfa Romeo di Arese, si apre il processo a novembre
Rinvio a giudizio richiesto per l’ex-AD di Fiat Paolo Cantarella e per altri cinque ex-manager della casa torinese per la morte di 16 operai a causa dell’amianto
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Il Gup di Milano Simone Luerti ha chiesto per Paolo Cantarella, amministratore delegato di Fiat Auto tra il 1991 e il 1996 e oggi consigliere d’amministrazione di Finmeccanica e Giorgio Garuzzo ex presidente, il rinvio a giudizio con l’accusa di omicidio colposo. Il processo si aprirà il prossimo 5 novembre anche per altri cinque ex manager della stessa azienda e con la medesima accusa nel merito alla morte di 16 operai dell’Alfa Romeo di Arese a causa della presenza di amianto. La data dell’inizio del processo è stata fissata al prossimo 5 novembre.
Per altri 5 casi di decessi il Gup Luerti ha proceduto per intervenuta prescrizione.
I fatti su cui si aprirà il processo di riferiscono agli anni a partire dal 2008, ossia per quelle morti accertate, 21 ma solo 16 ammesse al processo su un totale di 33 casi, per malattie e tumori polmonari di sospetta origine professionale. La storia della contaminazione è racchiusa in quattro fascicoli che raccontano attraverso le cartelle cliniche e certificati medici come gli operai alla Fiat Alfa Romeo di Arese si ammalassero per il contatto con l’amianto. Dagli anni ’90 in poi l’amianto era usato massicciamente cos’ come hanno testimoniato gli operai e la documentazione raccolta.
Il problema era noto da tempo comunque e anche i sindacati intervenirono per chiedere controlli medici per tutti gli operai. L’azienda non li fece e solo dopo le ispezioni dell’Asl prese l’impegno per la rimozione dell’amianto. Ma già gli operai erano stati contaminati.
Ricorda Vincenzo Lilliù, 65 anni un operaio in un memoriale scritto a macchina:
Quando abbiamo iniziato a parlare in fabbrica della pericolosità dell’amianto i nostri capi ci prendevano in giro. Ci lavoriamo da trent’anni con l’amianto, non è mai morto nessuno, mi rispose un giorno uno di loro. Ma le relazioni dei medici del lavoro sulle prime analisi erano allarmanti, si diceva la Fiat aveva avviato alcune lavorazioni senza le dovute precauzioni per gli operai.
Via | Il Giorno
Foto | Fondazione 25 aprile