Animali
Sperimentazione animale, il congresso a Praga sui metodi alternativi alla vivisezione
Sì, ci sono alternative alla sperimentazione animale: lo sostiene l’Europa attraverso l’EURL ECVAM Laboratorio dell’Eu
Si terrà a Praga dal 24 al 28 agosto 2014 il nono Congresso mondiale sulle alternative alla sperimentazione animale nelle scienze. Il Congresso vedrà la presenza di numerosi scienziati anche europei sostenitori della necessità di non usare animali per la sperimentazione scientifica. In questo senso l’Europa si è dotata di una legislatura abbastanza stringente (recepita lo scorso marzo dall’Italia a seguito delle manifestazioni per la chiusura dell’allevamento Green Hill) per cui è perseguito l’obiettivo dell 3R: rimpiazzare (replacement), ridurre (reduction) e rifinire (refinement).
A portare avanti la ricerca scientifica senza ricorrere alle cavie è EURL ECVAM Laboratorio di riferimento dell’Unione europea per i metodi alternativi alla sperimentazione animale istituito nel 2010 è gestito dal Centro comune di ricerca (JRC) della Commissione europea con sede a Ispra (Varese) e vi collabora uno staff di una cinquantina di scienziati. Nel Laboratorio sono confluiti esperienza e risultati scientifici adottati sin dal 1991 dall’ ECVAM (il Centro Europeo per la convalida di metodi alternativi) di fatto il predecessore.
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L’Unione europea ha espresso il suo impegno per il benessere animale promuovendo metodi alternativi che mirano a eliminare o al ridurre al minimo l’uso di animali. Abbiamo appunto una legislazione molto mirata: dal marzo 2013 è in vigore il divieto di commercializzare cosmetici contenenti nuovi ingredienti testati su animali anticipata dalla legge del 2004 per la progressiva eliminazione della sperimentazione per cosmetici; inoltre il regolamento sulle sostanze chimiche (REACH) sostiene l’uso di metod alternativi ogni qual volta possibile. Per metodi alternativi si intendono su cellule e tessuti, dette anche anche metodi in vitro, e modelli virtuali al computer.
Va detto inoltre che nel recente dossier pubblicato lo scorso aprile sono presentate sia le prospettive sia gli obiettivi già raggiunti. Infatti se la valutazione della sicurezza chimica è stata tradizionalmente basata sulla sperimentazione animale, oggi consideriamo che gli approcci di valutazione del rischio tradizionali sono insufficienti per predire adeguatamente il potenziale rischio associato a una data sostanza, soprattutto se si considera l’esposizione a basse dosi nella vita normale. Pertanto sono necessari nuovi modelli di previsione in una nuova valutazione della sicurezza intelligente ed efficiente, basata su test in vitro in combinazione con la modellazione computazionale.
Le politiche dell’UE in materia di interferenti endocrini, di effetti combinati delle sostanze chimiche e dei nanomateriali sono tutti esempi di aree di interesse in cui la valutazione del rischio tradizionale sta giungendo alla fine. Dunque sono necessari nuovi metodi integrati basati su approfondite conoscenze biologiche e il JRC sta sviluppando e testando nuovi metodi senza animali da applicare in una valutazione integrata della sicurezza delle sostanze chimiche.
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Infine, oltre la motivazione di tipo etico esiste anche una motivazione più squisitamente economica che l’Europa suggerisce affinché si abbandoni la sperimentazione animale: i metodi alternativi sono in genere più veloci e meno costosi poiché:
si basano su un’approfondita conoscenza scientifica dei processi fisiologici che portano alla tossicità, possono aiutarci a capire come e perché certe sostanze chimiche sono nocive per il corpo umano. Inoltre, la sperimentazione che si avvale di metodi alternativi è in grado di conformarsi alle stesse norme internazionali di qualità applicate ai convenzionali test sugli animali. “I dati sulla tossicità derivati da metodi in vitro possono essere utilizzati per soddisfare i requisiti normativi per la valutazione della sicurezza soltanto se sono della massima qualità, in termini di attendibilità e tracciabilità. Inoltre, si dovrebbe far sì che i dati prodotti con metodi alternativi possano essere accettati da diversi paesi, in modo da agevolare il commercio mondiale. A tal fine, occorre definire linee guida per la sperimentazione basata su metodi alternativi che siano accettate a livello internazionale e lavorare con un sistema di qualità dei dati quale il GLP (Good Laboratory Practice).