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Agricoltura

Ulivi malati, in Puglia è polemica per i rimedi Ue contro la xylella

Sono 23mila gli ettari di uliveti ammalati a causa del batterio, ma per la Copagri leccese la soluzione non è nell’eradicazione

In Puglia è polemica per le misure draconiane prese dalla Commissione Europea per arginare la malattia che sta devastando le coltivazioni di ulivi nella regione. Il batterio delle xylella ha già infettato 23mila ettari di uliveti, ma gli agricoltori ritengono che l’eradicazione prevista dall’Ue non sia la soluzione ottimale per limitare i danni che rischiano di mettere in ginocchio una delle aree in cui si concentra una buona parte della produzione nazionale.

Secondo la Copagri di Lecce l’ostacolo potrebbe essere rimosso sdoppiando la “zona infetta” in due diverse aree, la “zona tampone” e la “zona insediamento”, circoscrivendo l’emergenza ai focolai (su tutti quelli di Lecce-Surbo e Trepuzzi-Squinzano. Nelle restanti aree si potrebbero applicare azioni di contenimento e di convivenza con il batterio.

Sempre secondo Copagri leccese risolvere il problema attraverso l’eradicazione della Xylella è “un’utopia” poiché il batterio è già diffuso su di una vasta area e potrebbe essere ospitato da altre specie vegetali sensibili e diffuso dagli insetti vettori. Non solo l’eradicazione non raggiungerebbe l’obiettivo prefissato, ma arrecherebbe danni ai coltivatori visto che verrebbero tagliate piante potenzialmente produttive.

In marzo, a Torre Chianca, uno scienziato barese ha iniettato negli alberi contaminati dal batterio dell’“acqua informatizzata” e, dopo cinque mesi, la vegetazione si è ripresa, anche laddove il batterio aveva già distrutto i vasi linfatici della pianta. Anche per questo Fabio Ingrosso di Copagri chiede che l’intervento non venga deciso solamente nelle remote stanze di Bruxelles:

Occorre quindi attivare il monitoraggio dell’area che dovrà svolgere il ruolo di cordone sanitario attraverso il coinvolgimento delle Associazioni olivicole e delleorganizzazioni di prodotto (le o. p.) olivicole in maniera da raggiungere tutti gli olivicoltori delle aree interessate e non iniziando l’attività dei trattamenti a calendario, cosi come si faceva negli anni passati per la lotta alla mosca dell’olivo: ciò consentirebbe la riduzione dei vettori; inoltre, attraverso i tecnici presenti nelle associazioni e coinvolgendo gli ordini professionali si avrebbe un’autentica task force da mettere in campo per informare e allo stesso tempo controllare che tutti i trattamenti vengano effettuati nel rispetto delle norme ambientali, Provinciali, Regionali, Nazionali e Comunitarie.

Via | LecceNews 24

Foto | Davide Mazzocco

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