Agricoltura
Cioccolato, in crisi il raccolto di cacao a causa di Ebola
Ebola minaccia l’approvvigionamento di cioccolato: infatti la Costa d’Avorio, il più grande produttore al mondo di cacao ha chiuso le frontiere con Liberia e Guinea impedendo così ai lavoratori di raccogliere le preziose bacche
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Appena qualche giorno fa da Napoli, al convegno di Greenaccord fu lanciato dalla FAO l’allarme per la sicurezza alimentare nel mondo a causa di Ebola. Ebbene i primi effetti tangibili circa il crollo degli approvvigionamenti alimentari arriva con la crisi del cacao in Costa d’Avorio che fornisce il 33 per cento dell’approvvigionamento mondiale di cacao pari a 1,6 milioni di tonnellate di cacao l’anno secondo i dati della Food and Agriculture Organization delle Nazioni Unite. Per fortuna, ancora nessun caso d’Ebola si è avuto presso gli ivoriani ma il governo ha deciso di chiudere le frontiere con Liberia e Guinea dove invece l’epidemia è fuori controllo.
Il punto è che molti dei raccoglitori delle cabossidi, ovvero i frutti che contengono i semi del cacao, provengono proprio da quelle zone e dunque manca la manodopera per portare avanti il raccolto. Infatti nei due paesi confinanti con la Sierra Leone sono stati diagnosticati più di 8000 casi di Ebola e si sono verificate oltre 4000 morti. Accanto alla Costa d’Avorio c’è il Ghana, terzo produttore al mondo di semi di cacao – ovvero 879.348 tonnellate all’anno -pari al 15 per cento del totale mondiale.
Domani il World Cocoa Foundation, l’associazione internazionale che riunisce i cioccolatieri di tutto il mondo, di riunisce a Copenhagen con il panel al completo per la Cocoa Industry Response to Ebola Initiative. L’iniziativa non è stata ancora svelata pubblicamente ma in sostanza i cioccolatieri prevedono di sostenere economicamente la Croce Rossa e la e Caritas Internationalis per contenere la diffusione di Ebola.
Il mercato mondiale inizia a manifestare la sua preoccupazione. Infatti i prezzi sui futures del cacao sono balzati dalle convenzionali quotazioni che oscillano tra i 2000 dollari e i 2700 dollari per tonnellata ai 3400 dollari alla tonnellata nel mese di settembre. Da allora è iniziato l’effetto yo-yo che fa oscillare il prezzo tra i 3030 dollari e i 3155 dollari a settimana. Il che si infrange sui costi per i consumatori.
Via | Politico, Confectionery news
Foto | The story of Chocolate@facebook
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