Agricoltura
Giornata mondiale per l’alimentazione: i biscotti distruggono le foreste
Oggi si celebra la Giornata mondiale dell’alimentazione, evento voluto dalla FAO per ricordare al mondo che il cibo è un diritto di tutti. Eppure proprio intorno all’alimentazione si sviluppano le più consistenti perdite di risorse del Pianeta: come le foreste rase al suolo per fare spazio alle coltivazioni di palme da olio
Merendine, biscotti, snack, crackers e crema spalmabile al cioccolato: ci sembra naturale acquistarli tutti i giorni, ci sembra naturale trovarli sugli scaffali del supermercato. Eppure dietro ogni confezione si nasconde una storia terribile di sfruttamento sia delle risorse naturali del Pianeta sia del lavoro dei contadini. Tra gli ingredienti dei prodotti che acquistiamo, in genere prodotti da forno, snack oppure una famosa crema spalmabile al cioccolato c’è anche l’olio di palma, un olio vegetale forse il più usato al mondo, che costituisce una delle cause della deforestazione in atto sul nostro Pianeta. Oggi si celebra la Giornata mondiale dell’alimentazione dedicata quest’anno all’agricoltura familiare. Ebbene, la coltivazione delle palme da olio è proprio quel genere di coltuche va contro l’agricoltura familiare, in quanto le grandi multinazionali del settore agricolo di accaparrano grossi appezzamenti di foreste, abbattute, per fare spazio alle piccole palme che produrranno l’olio così prezioso per l’industria alimentare occidentale. Questo sistema porta al collasso non solo gli ecosistemi che vivono delle foreste ma anche la piccola agricoltura familiare distrutta dalla monocoltura intens
L’olio di palma si estrae da una particolare palma (Elaeis guineensis) che viene coltivata sopratutto in Indonesia e Malesia e che è la ragione principale della deforestazione del Borneo. Infatti, il 90 per cento dell’olio di palma che si usa in tutto il mondo proviene proprio da questi due Paesi. Fino a poco tempo fa in Indonesia si trovava una delle più grandi foreste del nostro Pianeta. Scrive il WWF:
uno scrigno verde ricchissimo di biodiversità. Se ancora 50 anni fa, l’82% dell’Indonesia era coperta da foreste, già nel 1995 la percentuale era scesa al 52%: e al ritmo attuale, entro il 2020, le foreste indonesiane (tra le maggiori al mondo per estensione insieme a quelle dell’Amazzonia e del bacino del Congo) saranno definitivamente distrutte e con loro andranno perduti anche tutti quei servizi ecosistemici cruciali per la sopravvivenza delle popolazioni locali e della stessa biodiversità.
Ma dal prossimo 13 dicembre tutte le aziende in Europa dovranno indicare in etichetta la presenza dell’olio di palma in base alla nuova normativa europea (Regolamento (UE) n.1169/2011). Dice Isabella Pratesi, Responsabile del programma di Conservazione Internazionale del WWF Italia:
Se ciascun consumatore avesse la possibilità di attraversare gli scenari desolanti delle foreste che bruciano per far posto alle coltivazioni di olio di palma, se ciascuno di noi affrontasse un viaggio tra i fumi degli incendi che tagliano il respiro e avvolgono perennemente quello che rimane delle foreste del Borneo o di Sumatra, rimarrebbe talmente scioccato da non voler più consumare olio di palma responsabile di tanta distruzione. Poiché la domanda di prodotti alimentari aumenterà nei prossimi decenni, inevitabilmente aumenterà di conseguenza l’impatto sulle risorse naturali del Pianeta e l’olio di palma è uno degli imputati principali. In attesa che l’industria alimentare faccia la sua parte, riducendo il più possibile il contenuto di olio di palma dei suoi prodotti, sta a noi consumatori scegliere consapevolmente.
Cosa possiamo fare noi consumatori? Innanzitutto provare a acquistare prodotti che contengano altri tipi di grassi che non l’olio di palma (ad esempio l’olio di girasole biologico); poi guardare sempre le confezioni e cercare in etichetta la presenza del marchio RSPO che certifica la presenza di olio di palma proveniente da piantagioni sostenibili.
La responsabilità de consumatore è fondamentale considerato che tra il 2000 e il 2013 l’estensione dei terreni destinati alla coltivazione della palme da olio è triplicata. Ciò significa che troviamo sempre più olio di palma nei prodotti che consumiamo e spetta a ognuno di noi decidere cosa acquistare.
Via | WWF