MOBILITA' SOSTENIBILE
Le 10 peggiori linee ferroviarie d’Italia del 2014
Ecco la classifica delle peggiori linee ferroviarie del 2014 così come l’ha stilata Legambiente
Regioni e Governi hanno negli ultimi anni hanno puntato a rendere sempre più critiche le condizioni di viaggio dei pendolari. Tantissimi i tagli adottati verso il trasporto ferroviario, considerato invece strategico dai cittadini. Treni vecchi, che si rompono spesso, linee non elettrificate, stazioni sprovviste di biglietterie, ritardi e tagli alle risorse: i cittadini sono esasperati e non intendono passare al trasporto su gomma, più lento e più costoso.
- Roma Termini-Ciampino-Castelli Romani
E’ considerata la peggiore ferrovia d’Italia poiché le 3 linee che compongono il sistema e che collegano la stazione Termini con Ciampino verso Frascati, Velletri ed Albano Laziale, sono frequentate solitamente da 40 mila pendolari che però hanno a che fare con treni lenti, affollati e in ritardo. - Circumflegrea
- Bergamo-Milano
- Siracusa-Ragusa-Gela
- Portogruaro-Venezia. Mancano treni negli orari più importanti a causa dell’introduzione dell’orario cadenzato: dal lunedì al venerdì circolano 82 treni, il sabato 52 e nei festivi 42. Dunque l’orario cadenzato non risponde alle richieste di mobilità: niente treni tra le 10.30 e le 12.30 e tra le 20.10 e le 22.10.
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Catanzaro Lido-Lamezia Terme
Situazione drammatica: la linea Catanzaro Lido-Lamezia Terme, lunga 42 km ha un binario unico e con il taglio di circa 10 milioni di Euro da parte della Regione sul Contratto di
Servizio la scorsa estate è stata classificata come tratta a scarso traffico. Ci sono attualmente appena 10 collegamenti al giorno per senso di marcia - Le 14 linee tagliate in Piemonte
- Salerno-Potenza
- Campobasso-Isernia-Roma
- Cremona-Piacenza
Disagi gravissimi per i 45.000 pendolari che usano questa linea ogni giorno e che collega Napoli e l’area nord-occidentale della città. Non ci sono abbastanza treni e quelli in funzione si guastano frequentemente tanto sono vecchi.
Le pessime condizioni di viaggio hanno portato i pendolari a proteste quali gli “scioperi del biglietto” con il moltiplicarsi di azioni legali al fine di ottenere l’indennizzo dei ritardi. La Brebemi invece, resta desolatamente vuota.
E’ una linea lunga 181 km, non elettrificata e a binario unico, con circa 500 al giorno. Nell’ultimo biennio sono stati soppressi 14 treni.
Non solo sono aumentati i biglietti in Piemonte, ma dal 2010 a oggi sono state cancellate ben 14 linee: Santhià-Arona, Pinerolo-Torre Pellice, Cuneo-Saluzzo-Savigliano, Cuneo-Mondovì, CevaOrmea, Asti-Castagnole-Alba, Alessandria-Castagnole-Alba, Asti-Casale-Mortara, Asti-Chivasso, Novi-Tortona, Alessandria-Ovada, Vercelli-Casale Monferrato, Novara-Varallo Sesia e Sesto
Calende-Oleggio.
La situazione qui è peggiorata un anno fa con l’entrata in vigore del nuovo orario, giudicati inutili per lavoratori e studenti. I ritardi sono all’ordine del giorno e i 110 km di linea richiedono spesso anche 2 ore e mezza di viaggio.
La linea non elettrificata Campobasso-Isernia-Roma, i ritardi e le biglietterie chiuse a Isernia e Campobasso lasciano a piedi i pendolari.
Su questa linea, la Cremona-Piacenza sono stati soppressi tutti i treni e sostituiti con autobus dalla fine del
2013.
Via | Legambiente