Acqua
Amantea, pescati nel Tirreno 14 tonnetti malformati
L’inquinamento interferisce sulla fauna marina nel Mar Tirreno e si pescano tonnetti malformati
[blogo-video provider_video_id=”k0QQxV0isdk” provider=”youtube” title=”Augusta pesci malformati 01″ thumb=”” url=”http://www.youtube.com/watch?v=k0QQxV0isdk”]
Sono due le pescate recenti di tonnetti a gettare nuovo allarme sull’inquinamento del Mar Tirreno. Nelle scorse settimane sono stati catturati, da pescatori amatoriali, al largo di Campora San Giovanni, 12 tonnetti alletterati che presentavano una malformazione alla lisca che l’ha resa bifida.
Anche nel settembre 2013 furono pescati 10 tonnetti con la lisca malformata nei pressi di Fiumefreddo Bruzio, in pratica vicino Campora. La pescata dello scorso anno fu analizzata in un laboratorio privato su richiesta di Silvio Greco, ex assessore regionale all’Ambiente, biologo marino e docente di Produzioni Agroalimentari all’Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo, dirigente di ricerca dell’Ispra, responsabile ambiente di Slow Food Italia e presidente del Comitato scientifico di Slow Fish, nonché membro del gruppo di Strategia marina presso il MinAmbiente.
Ebbene, i risultati delle analisi, sui tonnetti pescati nel 2013, evidenziarono la presenza di metalli pesanti e Idrocarburi policiclici aromatici (Ipa) con valori molto elevati. Queste pescate fanno supporre che i tonnetti contaminati siano nati proprio nelle acque amanteane, sebbene in grado di percorrere parecchi chilometri e dunque con la possibilità di provenire da altre zone inquinate. Ma, considerata la lunghezza dei tonnetti pescati, ovvero circa 30 cm e la ripetitività ella pesca nella medesima zona, si pensa che il focolaio di contaminazione sia proprio nelle acque calabresi.
[img src=”https://media.ecoblog.it/7/744/spina-bifida-tonnetti-malformati-620×350.jpg” alt=”spina bifida tonnetti malformati” height=”350″ title=”spina bifida tonnetti malformati” class=”alignleft size-thumb_620x350 wp-image-141160″]
Spiega Silvio Greco:
È evidente che a questo punto c’è qualcosa di sospetto e che, per questo, meriti tutti gli approfondimenti del caso. La letteratura scientifica è concorde nell’affermare che questo genere di mutazione è dovuta alla contaminazione da metalli pesanti e da idrocarburi. Resta da comprendere dove sia collocata la fonte d’inquinamento e a cosa sia dovuta. Un primo step per avviare un monitoraggio più ampio e più complesso con il coinvolgimento auspicabile di altri specialisti del settore.
La costa tirrenica cosentina è stata teatro negli anni ’90 del traffico di rifiuti a bordo di navi, gestito dalla ndrangheta, che versavano in mare materiale inquinante.
Via | Corriere della Calabria, TRNews
Foto | Silvio Greco@fb, Silvio Greco@fb