Inquinamento
Cina, maxi-sanzioni a chi inquina
Sei imprese cinesi daranno costretta a pagare un’ammenda di 21,6 milioni di euro a causa dei rifiuti tossici sversati in due corsi d’acqua
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Un tribunale situato nella Cina Orientale ha condannato sei aziende ad ammende per un totale di 160 milioni di yuan (21,6 milioni di euro) a causa delle loro emissioni inquinanti. Si tratta di una cifra record per un processo legato all’inquinamento in Cina. Questa somma dovrà essere versata a un fondo ad hoc realizzato per la tutela dell’ambiente.
Il 30 dicembre scorso l’Alta Corte popolare della provincia di Jiangsu ha giudicato colpevoli cinque gruppi chimici e una società farmaceutica per avere riversato 25mila tonnellate di rifiuti tossici acidi in due corsi d’acqua situati in prossimità dei propri stabilimenti.
I fatti risalgono a un periodo compreso fra il gennaio 2012 e il febbraio 2013. Una corte della città di Taizhou, dove si sono installate le imprese incriminate, ha già condannato in prima istanza, nell’agosto 2014, quattordici persone, con pene detentive da due a cinque anni e pene pecuniarie per le quali le aziende avevano portato la questione in appello.
Il 1° gennaio 2015, appena due giorni dopo questa condanna esemplare, è entrata in vigore una nuova legge che rafforza le sanzioni contro i soggetti inquinanti e stabilisce la protezione dell’ambiente come priorità nazionale. Del fatto che in Cina vi sia stato un cambio di passo sull’inquinamento ne abbiamo parlato spesso negli ultimi mesi, ora magistratura e tribunali, supportati dalla nuova legge, avranno un margine d’azione più ampio. Se fino a pochi anni fa erano prioritarie le performance economiche, ora prima di tutto verranno quelle ambientali; anche Pechino si accorta di non poter continuare a barattare lo sviluppo economico con la salute pubblica.
Via | Le Monde
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