Clima
Cambiamenti climatici, verso un V20 dei Paesi più vulnerabili
I Paesi maggiormente vulnerabili ai cambiamenti climatici pronti a riunirsi in una specie di G20 del clima
I Paesi più vulnerabili agli effetti dei cambiamenti climatici sono pronti a riunirsi in un V20, un G20 che consenta loro di discutere delle questioni ambientali e proporre soluzioni condivise. A rivelarlo a Le Monde, qualche giorno dopo la visita di François Hollande a Manila, è Mary Ann Lucille Sering, vice-presidente della commissione filippina sui cambiamenti climatici.
Secondo Sering siamo a una svolta, un cambiamento di verso determinato dalla presa di coscienza dei danni economici sempre crescenti che i cambiamenti climatici comportano per i Paesi maggiormente esposti. Nel 2009, nelle Filippine, uno dei Paesi più martoriati dagli effetti dei cambiamenti climatici, è stata fatta una legge sui cambiamenti climatici e, successivamente, è stata creata una commissione dei cambiamenti climatici di cui la presidenza è stata affidata al capo di Stato in persona. La commissione è multisettoriale e partecipa alle discussioni che riguardano agricoltura, salute, infrastrutture pubbliche, trasporti ed energia. L’esperienza del tifone Haiyan ha dimostrato che eventi di ampia portata come i tifoni vanno interpretati in un’ottica sistemica.
Sering presiede il Climate Vulnerable Forum, un V20 che raggruppa 20 Paesi particolarmente esposti ai cambiamenti climatici:
Il forum esiste per molbilitare gli Stati membri sui rischi e per proporre delle risposte. Esso permette di condividere dati scientifici che tengono conto delle circostanze particolari delle nostre regioni,
afferma Sering spiegando come nelle Filippine settentrionali vi siano problemi di siccità non dissimili da quelli di alcuni Paesi africani.
Il modello che si profila all’orizzonte è, quindi, quello di un G20 che dovrebbe chiamarsi V20, da Vulnerable 20 e che metterà in contatto i ministri delle Finanze. Una struttura che sorgerà dall’attuale Forum presieduto dalla stessa Sering. I cambiamenti di verso di Cina e Stati Uniti sul tema delle riduzioni sono un punto di partenza importante, ma Sering invita alla cautela e a non lasciarsi andare a immotivati toni trionfalistici:
Noi non abbiamo dimenticato l’episodio del protocollo di Kyoto che gli Stati Uniti non ahnno ratificato e che è stato indebolito dalla defezione di Giappone e Canada. Sono vent’anni che negoziamo un accordo sul clima. C’è un momento in cui occorre fermarsi e passare all’azione.
Via | Le Monde
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