Acqua
Torino, un flash mob contro il progetto della Diga Michelotti
La Diga Michelotti in uno dei tratti aulici dell’attraversamento del Po a Torino rischia di avere un impatto devastante sia in termini ambientali che in termini economici
L’Osservatorio sul Po scende in piazza, anzi, ai Murazzi, gli argini del tratto più aulico del Po torinese, quello che si trova fra la chiesa della Gran Madre e piazza Vittorio Veneto. È proprio in corrispondenza di questo tratto di fiume che qualcuno ha pensato bene di costruire una centrale idroelettrica che, come sottolineano gli organizzatori della manifestazione di sabato 28 marzo (ore 10.30) sarà devastante per l’ambiente e insostenibile dal punto di vista economico. Nello spirito di molti movimenti Nimby (di cui i No Tav sono il principale esempio italiano) gli oppositori della Diga Michelotti stanno sensibilizzando da mesi i torinesi circa l’impatto che questo progetto avrà su una delle zone più attraenti di una metropoli che millanta da anni una conversione post-industriale a vocazione turistica, ma la tradisce, molto spesso, con scelte contraddittorie e autolesionistiche.
Diga Michelotti: le criticità
Il progetto sulla traversa Michelotti, approvata dal consiglio comunale nel 2012 prevede la realizzazione in project financing di una centrale idroelettrica, di una conca di navigazione e di uno scivolo per canoe. Si tratta di un progetto di estensione della navigabilità fluviale a motore del Po fino a Sassi (Torino Nord). Il fronte ambientalista creatosi negli ultimi mesi ha chiesto al comune di rinunciare al progetto e ha evidenziato quelle che sono le principali criticità, eccole nel dettaglio.
1. L’estensione della navigabilità del Po verso Sassi è una soluzione devastante per l’ambiente. I lavori di sbancamento e adattamento dell’alveo fluviale comporterebbero la scomparsa dello specchio d’acqua attualmente visibile.
2. Per far navigare i battelli (che hanno un pescaggio di un metro mentre a valle della Diga Michelotti l’acqua ha un’altezza di 50 cm) occorrerebbe realizzare un canale artificiale il cui costo sarebbe di 12 milioni di euro, cifra di cui il comune – le cui casse sono esangui – non dispone. La modifica provocherebbe l’erosione delle sponde del fiume, dovuta al rallentamento e all’abbassamento della corrente, con conseguenze irreparabili per l’avifauna e l’ittiofauna.
3. A valle della diga il fondo è costituito da ghiaia. La costruzione della diga altererebbe l’habitat e la biodiversità impedendo la deposizione delle uova che nelle attuali condizioni trova un ecosistema ideale per la proliferazione.
4. La Centrale Idroelettrica, quasi totalmente interrata, ha una potenza notevole (1,5 MW) e sarebbe tre volte più grande di quella della Pellerina, quindi andrebbe ad occupare una parte consistente del Parco Michelotti, importantissimo polmone verde della città e già stretto tra il Po e corso Casale.
5. La navigabilità viene giustificata con le finalità turistiche, ma a Torino la navigazione è ormai limitata a un solo battello e soltanto due dei sei imbarchi vengono utilizzati, mentre gli altri sono abbandonati da anni. Nonostante le spese ingenti che la collettività ha dovuto affrontare per la loro realizzazione. Il comune fatica ogni anno persino ad effettuare la pulizia periodica del fiume dai tronchi e dai rifiuti. Insomma non ci sono soldi per l’attuale navigazione, figuriamoci per quella che il comune prospetta con l’allungamento fino a Sassi.
6. Una delle criticità principali è l’impatto economico, altrettanto devastante. L’Osservatorio sul Po ha calcolato che la pulizia delle bocche di presa che i lavori per la pulizia delle bocche di presa e scarico della centrale idroelettrica e per il dragaggio del canale, sulla città graverebbero con un costo pari a circa 880.000 € all’anno, per sempre. A fronte di questi costi il comune incasserebbe un canone di 30mila euro annui dal gestore della Centrale (per derivazione di acqua pubblica e concessione del diritto di superficie). E gli introiti dei biglietti per la navigazione? Attualmente il giro d’affari della navigazione fluviale a Torino è di 130mila euro l’anno, mentre per costruire il canale ci vorrebbero 12 milioni di euro, quasi cento volte tanto.
7. Le tre opere (Conca di Navigazione – in cemento, 45×8 metri -, lo Scivolo da gara – largo 10 metri lungo 150 metri – e la Centrale Idroelettrica – visibile solo per una piccola parte ma di dimensioni molto grosse vista la potenza prodotta – 1.5 MW), data la collocazione della traversa, sarebbero costruite proprio sotto la Gran Madre, a 50 metri dal ponte napoleonico, in un contesto di altissimo pregio architettonico e di testimonianza storica, uno dei luoghi più belli di Torino.
Diga Michelotti: il flash mob di sabato 28 marzo 2015
Il flash mob S.O.S. Po Vivo inizierà alle 10.30 di sabato 28 marzo 2015 ai Murazzi sul Po di Torino, in corrispondenza della Diga Michelotti.
Via | Osservatorio sul Po
Foto e progetti | Osservatorio sul Po a Torino