Clima
Al via l’International Symposium on Climate Change a Roma
Alla ricerca di un’intesa prima della COP21 di Parigi. Presenti rappresentanti di Stati Uniti e Cina
L’evento italiano sui cambiamenti climatici sta per avere inizio a Roma, al Tempio di Adriano. Dal 27 al 29 maggio avrà luogo l’ International Symposium on Climate Change – Rome 2015, dove prenderanno la parola venti esperti internazionali.
Tra gli altri ci saranno anche il premio Nobel Michail Gorbaciov, il consulente della Casa Bianca, Bill Ritter, due consulenti del governo cinese e il senior advisor delle Nazioni Unite, Martin Lees. L’intento dell’evento è quello di sottoscrivere un’intesa preliminare al summit mondiale sul climate change di Parigi, che avrà luogo a fine novembre. Per l’Italia, interverrà il presidente della Commissione Ambiente della Camera, Ermete Realacci.
Ad essere sottoposti a verifica saranno anche gli obiettivi di Kyoto (fissati per il 2030) per la riduzione dell’inquinamento globale. I traguardi del protocollo appaiono molto lontani, soprattutto se tutti i paesi industrializzati non metteranno in pratica azioni drastiche per la riduzione di Co2. Inoltre, a preoccupare gli esperti e gli attivisti delle varie associazioni ambientalisti è il fatto che a alla COP21 di Parigi non è scontato che si raggiunga un accordo globale.
Barack Obama, per parte sua, prova già da ora a spostare il dibattito sui temi legati all’inquinamento ambientale. A tale riguardo, segnaliamo che qualche giorno fa il Presidente degli Stati Uniti ha dichiarato: “I cambiamenti climatici sono pericolosi quanto il terrorismo“.
Il vertice informale di Roma sarà un’importante occasione per discutere delle posizioni dell’Unione Europea, che anche in campo di taglio di emissioni non ha una posizione comune. Nel vecchio continente, inoltre, il quadro non sembra dei più rosei se si tengono presenti le forti intromissioni delle lobby del mercato.
Ciò è certificato anche da un recente studio dello European Gas Forum (EgaF), al cui partecipa Eni, Centrica, E. On Ruhrgas, Gazprom Export, Gdf Suez, Qatar Petroleum, Shell e Statoil. Dal documento si legge: “I ritardi negli investimenti in nuova capacità di generazione elettrica dovuti all’incertezza delle politiche energetiche, il basso livello dei prezzi del carbone e i sussidi alle rinnovabili sono fattori che possono condurre l’Europa verso una situazione di completa assenza di alternative. Questo consoliderebbe uno scenario in cui l’Europa non riuscirà a soddisfare i propri obiettivi di decarbonizzazione e in cui le bollette dei consumatori cresceranno entro il 2030 di almeno il 50%”“.
L’incontro di Roma, sebbene solo propedeutico alla COP21, è molto importante. Se, infatti, non si incomincerà a parlare con fermezza di impegni seri, il 2015 potrebbe essere ricordato come l’anno che ha sepolto definitivamente il protocollo di Kyoto.