news
Unlearning, un’altra vita è possibile
Lucio Basadonne e la sua famiglia in viaggio nell’Italia fra sharing economy e decrescita felice
[blogo-video id=”159950″ title=”Unlearning – La vita comincia alla fine della tua zona comfort” content=”” provider=”youtube” image_url=”https://media.ecoblog.it/b/baf/hqdefault-jpg.png” thumb_maxres=”0″ url=”https://www.youtube.com/watch?v=SyXEvHJlxtQ” embed=”PGRpdiBpZD0nbXAtdmlkZW9fY29udGVudF9fMTU5OTUwJyBjbGFzcz0nbXAtdmlkZW9fY29udGVudCc+PGlmcmFtZSB3aWR0aD0iNTAwIiBoZWlnaHQ9IjI4MSIgc3JjPSJodHRwczovL3d3dy55b3V0dWJlLmNvbS9lbWJlZC9TeVhFdkhKbHh0UT9mZWF0dXJlPW9lbWJlZCIgZnJhbWVib3JkZXI9IjAiIGFsbG93ZnVsbHNjcmVlbj48L2lmcmFtZT48c3R5bGU+I21wLXZpZGVvX2NvbnRlbnRfXzE1OTk1MHtwb3NpdGlvbjogcmVsYXRpdmU7cGFkZGluZy1ib3R0b206IDU2LjI1JTtoZWlnaHQ6IDAgIWltcG9ydGFudDtvdmVyZmxvdzogaGlkZGVuO3dpZHRoOiAxMDAlICFpbXBvcnRhbnQ7fSAjbXAtdmlkZW9fY29udGVudF9fMTU5OTUwIC5icmlkLCAjbXAtdmlkZW9fY29udGVudF9fMTU5OTUwIGlmcmFtZSB7cG9zaXRpb246IGFic29sdXRlICFpbXBvcnRhbnQ7dG9wOiAwICFpbXBvcnRhbnQ7IGxlZnQ6IDAgIWltcG9ydGFudDt3aWR0aDogMTAwJSAhaW1wb3J0YW50O2hlaWdodDogMTAwJSAhaW1wb3J0YW50O308L3N0eWxlPjwvZGl2Pg==”]
Originale, divertente, solare e allo stesso tempo riflessivo, propositivo, costruttivo, Unlearning di Lucio Basadonne è una delle più belle sorprese di Cinemambiente 2015. Lucio, Anna e Gaia decidono di prendersi sei mesi sabbatici e di percorrere, videocamera alla mano, l’Italia alla ricerca di chi ha scelto strade estranee al conformismo, sia dal punto di vista esistenziale che da quello educativo e scolastico.
Il risultato è un “familydriven” divertentissimo, caratterizzato da uno stile videoclipparo, da un ampio utilizzo della camera a mano, un gran ritmo di montaggio e un’estetica volutamente “obliqua”. L’impressione è che quella scelta da Basadonne sia l’unica estetica possibile per raccontare vite libere dai vincoli, dalle regole e dalle costrizioni.
Nel viaggio dei tre protagonisti si incontrano gli abitanti di alcuni ecovillaggi, madri che scelgono per i loro figli la scuola familiare, steineriana o libertaria, pastori e allevatori con un passato impiegatizio (felicemente) alle spalle, persone che vivono in prossimità della natura e rifiutano la società dei consumi.
Lucio e la sua famiglia, sfruttando tutte le possibilità della sharing economy – dal ride sharing di BlaBlaCar al couch surfing, dal lavoro barattato con l’ospitalità grazie a Workaway e Wwofing alla casa prestata grazie a Homelink, dalle cene scambiate con Gnammo ai baratti ultimati grazie a Reeose – sono riusciti a spendere appena 600 euro in tre nei sei mesi del loro viaggio lungo 5821 km.
Un documentario e un viaggio fatti per “disimparare” il pensiero dominante e guardare con occhio critico all’educazione (sia essa famigliare, scolastica o mediatica) che (ci) propina il Pil come indicatore di benessere e felicità, il lavoro fisso come sinonimo di sicurezza e la prima casa come pilastro della stabilità famigliare.
Foto | Cinemambiente