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Ecosistema Urbano 2015, la classifica di Legambiente dei capoluoghi più vivibili
Verbania, Trento, Belluno, Bolzano, Macerata e Oristano sono le città con le migliori ecoperformance.
Anche quest’anno Legambiente ha pubblicato il rapporto sulla vivibilità ambientale dei capoluoghi di provincia italiani. Il rapporto, giunto alla sua 22esima edizione, è realizzato in collaborazione con il Sole 24 Ore e con l’Istituto di Ricerche Ambiente Italia.
Il giudizio di Legambiente è sostanzialmente negativo:
“Città ingessate, statiche e pigre. Aree urbane che arrancano e faticano a rinnovarsi in chiave sostenibile ed essere culle di una rigenerazione urbana capace di migliorare la qualità dei singoli e della comunità. I passi avanti fatti fino ad ora sono, infatti, troppo pochi: se da una parte nelle città italiane si registrano lievi eco-performance soprattutto sul fronte della raccolta differenziata, delle energie rinnovabili e si assiste ad un lieve calo degli sforamenti nelle concentrazioni di NO2, di PM10 e di ozono grazie anche a condizioni metereologiche favorevoli alla dispersione degli inquinanti; dall’altra parte manca, invece, il coraggio e la voglia di puntare sulla mobilità nuova per uscire dalla morsa di traffico e smog e sugli eco-quartieri per rigenerare le periferie e rilanciare il patrimonio edilizio”
Il rapporto evidenzia come ci siano grandi differenze tra Nord e Sud. Le città che guidano la classifica sono tutte del Nord e cioè Verbania, Trento, Belluno e Bolzano. Tra le grandi città in top-ten ce ne è solo una, Venezia, mentre le migliori performance sono registrate nelle solite Trento e Bolzano e in centri con meno di 80mila abitanti, come le già citate Verbania e Belluno, più Macerata, Oristano, Sondrio, Mantova e Pordenone.
Le peggiori performance si registrano in città de Meridione, in particolare le ultime cinque sono: la calabrese Vibo Valentia in posizione n° 101, e poi quattro siciliane, cioè Catania (posizione n° 100), Palermo (102), Agrigento (103) e Messina (104).
I 104 capoluoghi di provincia sono stati confrontati tra loro sulla base di 18 indicatori:
– tre indici riguardano la qualità dell’aria: concentrazioni di polveri sottili, biossido di azoto e ozono
– tre indici sono relativi alla gestione delle acque: consumi idrici domestici, dispersione della rete e depurazione
– due indici sui rifiuti: produzione e raccolta differenziata
– due indici sul trasporto pubblico: il primo sull’offerta, il secondo sull’uso che ne fa la popolazione
– cinque indici sulla mobilità: tasso di motorizzazione auto e moto, modale share, indice di ciclabilità e isole pedonali
– un indice sull’incidentalità stradale
– due indici sull’energia: consumi e diffusione rinnovabili
Per la classifica finale sono stati utilizzati due indici su diciotto che utilizzano dati pubblicati dall’Istat, si tratta degli indici relativi agli incidenti stradali e ai consumi energetici domestici.
Qui di seguito la classifica dei capoluoghi di provincia italiani per vivibilità ambientale, a questo link trovate l’intero rapporto sulla’Ecosistema Urbano di Legambiente
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