Inquinamento
Amianto, ecco l’invenzione (italiana) per smaltirlo definitivamente
Un innovativo progetto dell’Università di Genova per rendere inerte l’amianto
Entro il 2028 l’Europa dovrà smaltire tutti suoi rifiuti contenenti amianto. L’obiettivo è decisamente ambizioso ed attualmente l’unica tecnologia disponibile è costosissima. In Francia, il trattamento dei residui di asbesto con la torcia al plasma ha un costo di ben 1000 euro per ogni tonnellata di scorie, ma in Italia il costo raddoppierebbe in virtù di un’energia elettrica due volte più cara.
Dall’Italia arriva una tecnologia decisamente più economica che il sito del Ministero dell’Ambiente ha eletto come invenzione del mese. Il principio sfruttato da un gruppo di ricercatori genovesi è vecchio di cent’anni e veniva utilizzato nella fase di saldatura dei binari delle grandi ferrovie.
La necessità era quella di risparmiare energia e, quindi, si faceva reagire l’ossido metallico con altri reagenti, come il magnesio. Questa reazione produceva un’altissima temperatura che fondeva l’acciaio senza rendere necessario un massiccio utilizzo delle fiamme ossidriche.
A coordinare Fibers, il progetto che si ispira a questa tecnica, è Maurizio Ferretti, un fisico della materia il cui team è supportato economicamente dall’Unione Europea (co-finanziatrice con 750mila euro) e da due aziende, la Telerobot Labs di Genova e la Vico di Cairo Montenotte (che contribuiscono con altri 750mila euro).
Il lavoro di ricerca è iniziato nell’agosto 2013 e, se tutto andrà secondo i piani, si concluderà la prossima estate con la consegna di un prototipo industriale.
Come funziona il procedimento? L’ossido di ferro (ruggine) e il magnesio metallico vengono mescolati alla polvere di amianto e scaldati con una fiamma ossidrica. Quando la combustione raggiunge i 1600 gradi l’amianto è diventato un altro minerale, ma soprattutto inerte e non dannoso per la salute umana.
Via | Il Secolo XIX