Alimentazione
Barikamà, molto più di uno yogurt
Lo yogurt viene prodotto dagli immigrati fuggiti dallo sfruttamento agricolo di Rosarno
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Barikamà è uno yogurt, ma non è soltanto uno yogurt. È un sogno di integrazione che si concretizza in un prodotto, una via d’uscita dalla sfruttamento dei campi di Rosarno e l’approdo a un mondo in cui le paroloe lavoro e solidarietà possono convivere.
In lingua Bambara la parola Barikamà significa “resistente”, come resistenti sono i lavoratori di questa cooperativa sociale: sette africani e due italiani con la sindrome di Asperger.
Suleman Diara, 28 anni, è arrivato in Italia dal Mali ed è stato fra i primi a dare vita a questo progetto: si è cominciato con 15 litri di latte a settimana, poi con 60, poi con 80 e lo scorso anno si è arrivati a 200 litri a settimana.
Lo yogurt viene prodotto prodotto nel Casale di Martignano con latte biologico e la sua distribuzione avviene in alcuni mercati contadini e bio di Roma e dintorni attraverso il Gruppi di Acquisto Solidale (Gas). Alcuni dei membri della cooperativa consegnano lo yogurt a domicilio. Intorno a Barakamà si è attivato un circolo virtuoso: grazie a cittadini e associazioni sono stati acquistati attrezzature nuove. Una volta velocizzati i processi per la produzione dello yogurt, i membri della cooperativa hanno potuto affiancare all’attività principale la coltivazione e la vendita di ortaggi che avviene su una superficie di circa due ettari.
“Quando sono partito da Rosarno e sono arrivato a Roma dopo tutti i casini non è che mi fidavo più molto degli italiani. Ma quando abbiamo cominciato il progetto dello yogurt ho scoperto che le persone non sono tutte uguali, ci sono quelli che ci sostengono. Questo progetto porta anche integrazione fra africani e italiani e qua anche se cerchi un indirizzo un italiano già pensa male, alcuni prima di ascoltarti già pensano a correre o che vuoi gli spicci. Quindi c’è ancora un po’ di diffidenza. Però io non perdo la speranza, penso che dopo tutte le difficoltà che abbiamo attraversato fino adesso, c’è ancora molto da migliorare e che ci sono ancora da realizzare tante cose”,
spiega Suleman.