Cronaca ambientale
Viggiano, per Eni impossibile proseguire l’attività
Cinque dipendenti ENI e un dirigente della Regione Basilicata agli arresti per traffico e smaltimento illecito di rifiuti petroliferi. Indagini e rilevamenti in Basilicata
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22 aprile – La Commissione parlamentare d’inchiesta sul ciclo dei rifiuti ha interrogato alcuni dirigenti dell’Eni questa mattina a Potenza.
Eni ha ribadito di avere sempre operato il Val d’Agri nel rispetto dei requisiti normativi e autorizzativi adottando le buone pratiche internazionali. Eni ha anche detto che a seguito del sequestro disposto dalla magistratura è impossibile proseguire l’attività produttiva del Centro Olio Val d’Agri. Pu ribadendo di voler collaborare con Commissione e magistratura, Eni ha confermato di voler richiedere un incidente probatorio tecnico in contraddittorio con la procura che consenta di verificare la conformità dell’impianto alle best practices internazionali.
Sempre oggi l’imprenditore Gianluca Gemelli è stato interrogato dai pm di Potenza per tre ore. Il contenuto dell’interrogatorio è stato secretato.
19 aprile – L’Eni ha annunciato ai sindacati di avere avviato la procedura per collocare in cassa integrazione ordinaria i 430 addetti al centro oli di Viggiano. Secondo Cisl e Uil su 400 addetti diretti di Eni, 330 potrebbero essere collocati in cassa integrazione per un periodo variabile fra i 4 e i 6 mesi.
Il personale necessario a garantire la sicurezza dell’impianto dovrebbe essere l’unico a rimanere in attività. Dopo che sabato scorso il ricorso dell’Eni è stato respinto, ora la questione si sposta in Cassazione, dove si prospettano tempi lunghi. Nel frattempo, quindi, Eni si avvarrà dello strumento della cassa integrazione.
16 aprile 2016 – Come riportato dall’Ansa, il Tribunale del Riesame di Potenza ha confermato il sequestro di due vasche del Centro Oli di Viggiano (Potenza) dell’Eni e del pozzo di reiniezione “Costa Molina 2” a Montemurro (Potenza).
Il provvedimento è stato depositato nella giornata di oggi. Il ricorso presentato dall’Eni contro il sequestro era stato esaminato ieri mattina. Ricordiamo che la confisca è stata eseguita dai Carabinieri del Noe lo scorso 31 marzo, nell’ambito dell’inchiesta sul petrolio in Basilicata. Nello specifico, il Centro Oli di Viggiano è al centro dell’inchiesta sul presunto smaltimento illecito di rifiuti prodotti dallo stesso impianto della Val d’Agri.
7 aprile 2016, 17.58 – Federica Guidi, ex ministro dello Sviluppo economico, è stata interrogata per tre ore dai pm della Procura di Potenza. Una volta lasciato il palazzo di Giustizia, Guidi non ha incontrato i giornalisti.
“Vorrei prima di tutti ringraziare i magistrati per avermi dato la possibilita’ in tempi cosi’ brevi di chiarire questa vicenda cosi’ spiacevole per me. Ho risposto a tutte le loro domande. Dal punto di vista giuridico ho appreso definitivamente di essere persona offesa”,
ha dichiarato l’ex ministro tramite una nota diffusa al termine della sua audizione, il cui verbale è stato secretato dalla Procura.
6 aprile 2016, 16.00 – Rosaria Vicino, l’ex sindaca di Corleto Perticara, indagata dalla Procura di Potenza nell’ambito dell’inchiesta sul petrolio che pochi giorni fa ha portato all’arresto di sei persone e all’iscrizione nel registro degli indagati di un totale di 60 persone, questa mattina ha preferito fare scena muta davanti ai pm e, prima di avvalersi della facoltà di non rispondere, ha rilasciato una breve dichiarazione spontanea:
Ho agito nell’interesse della comunità, senza alcun ritorno personale e senza ottenere vantaggi economici o elettorali.
Vicino si trova agli arresti domiciliari dal 31 marzo scorso. Gli interrogatori dei pm proseguono e domani, giovedì 7 aprile, sarà la volta dell’ex ministro dello sviluppo economico Federica Guidi, che sarà sentita come persona informata sui fatti.
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Viggiano, traffico illecito di rifiuti petroliferi. Noe indagano su tumori in Basilicata
5 aprile, ore 13.20 – Le indagini della Procura di Potenza sullo smaltimento dei rifiuti prodotti dal Centro oli dell’Eni di Viggiano, proseguono e i carabinieri del Noe hanno acquisito migliaia di cartelle cliniche degli ospedali lucani per verificare la diffusione e la tipologia dei tumori in regione.
Ma le attività di monitoraggio stanno proseguendo in regione con indagini epidemiologiche sui bioindicatori in grado di dimostrare i possibili livelli di inquinamento sulle produzioni agricole e sugli allevamenti.
4 aprile, ore 18:14 – L’amministratore delegato di Eni Claudio Descalzi, rispondendo ai giornalisti a margine dell’Investor Day in merito all’inchiesta dei pm di Potenza su un presunto smaltimento illecito di rifiuti in val d’Agri, si è detto certo della totale estraneità ai fatti addebitati a diversi dipendenti Eni, dicendosi anche contrariato per i toni utilizzati in questi giorni dai suoi detrattori: “Con tutto il rispetto dovuto e la collaborazione con la magistratura che sta indagando, dal punto di vista Eni siamo assolutamente tranquilli. Io spero che si faccia luce e collaboreremo […] Quello che mi indigna di più è quando si dice che siamo avvelenatori perchè viene detto in modo strumentale e superficiale. Chi lo dice senza conoscenza, avvelena il sistema industriale e sociale. E’ una cosa che mi fa arrabbiare”.
L’inchiesta di Potenza, definita “una doccia fredda” da Descalzi, secondo l’ad di Eni non ha tenuto conto che la compagnia negli ultimi anni ha “investito 14 miliardi di euro, di cui il 25%, pari a 4,2 miliardi, in sostenibilità e ambiente solo in Italia. Nei prossimi quattro anni abbiamo previsto 8 miliardi di spesa, di cui il 31%, pari a 2,5 miliardi, per sostenibilità e ambiente”.
3 aprile 2016 – Il premier Matteo Renzi è intervenuto, nel corso della trasmissione In Mezz’ora di Rai Tre, sull’inchiesta di Potenza. A Lucia Annunziata, ha precisato che l’emendamento alla Legge di Stabilità, quello che dava il via libera al progetto di estrazione di petrolio Tempa Rossa, è stato una scelta sua: “Ho scelto io di fare questo emendamento. Lo rivendico con forza. L’idea di sbloccare le opere pubbliche e private l’abbiamo presa noi”.
Sull’accusa di essere legato alle lobby, Renzi replica: “Ci dicono a noi che siamo quelli delle lobby quando noi abbiamo fatto la legge su reati ambientali, le pene sull’anticorruzione, abbiamo fatto delle iniziative concrete e reali compresa l’approvazione in prima lettura alla Camera del conflitto d’interessi. Dire che noi siamo quelli delle lobby a me fa, tecnicamente parlando, schiattare dalla risate”.
Infine, il primo ministro si è detto a disposizione dei magistrati.
Viggiano, traffico illecito di rifiuti petroliferi: i pm interrogheranno Boschi e Guidi
11.28 – I pm di Potenza si recheranno a Roma nei prossimi giorni per sentire il Ministro per i Rapporti con il Parlamento, Maria Elena Boschi, e l’ex ministro dello Sviluppo economico, Federica Guidi, nell’ambito dell’inchiesta sul petrolio in Basilicata.
2 aprile 2016 – Aumenta l’elenco delle persone indagate dalla Procura di Potenza sull’impianto di Tempa Rossa. Nelle ultime ore sono stati iscritti nel registro degli indagati il Capo di Stato maggiore della Marina Giuseppe De Giorgi e il dirigente della Ragioneria dello Stato Valter Pastena, con le stesse ipotesi di accusa contestate agli altri indagati, associazione per delinquere, abuso d’ufficio e traffico di influenze.
Viggiano, traffico illecito di rifiuti petroliferi: dipendenti Eni ai domiciliari
31 marzo 2016, ore 09:57 – Cinque funzionari e dipendenti del centro oli di Viggiano (in provincia di Potenza), dove l’ENI tratta il petrolio estratto in Val d’Agri, sono stati posti agli arresti domiciliari dai Carabinieri per la tutela dell’ambiente perché ritenuti responsabili, a vario titolo, di “attività organizzate per il traffico e lo smaltimento illecito di rifiuti”.
L’indagine dei Carabinieri ha portato a un’ordinanza di custodia cautelare anche a carico di un dirigente della Regione Basilicata. I provvedimenti sono stati emessi dal gip del Tribunale di Potenza nell’ambito di un’inchiesta coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia (DDA) e sono stati eseguiti nelle province di Potenza, Roma, Chieti, Genova, Grosseto e Caltanissetta.
L’operazione è stata affidata ai Carabinieri del NOE (Nucleo Operativo Ecologico) e le accuse riguardano lo smaltimento illecito di rifiuti in territorio di Pisticci (zona Tecnoparco): secondo quanto riferito dal TgNrba, che per primo ha diffuso la notizia, dei rapporti fra centro oli e tecnoparco Valbasento la magistratura si occupa da alcuni anni: in particolare l’antimafia aveva incentrato l’attenzione sul trattamento delle acque reflue e dei rifiuti. Secondo Il Quotidiano della Basilicata tra le persone coinvolte figurano l’ex sindaco di Corleto, Rosaria Vicino (ai domiciliari) mentre per l’ex vicesindaco del Comune del Potentino – Giambattista Genovese – è scattato il divieto di dimora. Divieto dall’esercizio dell’attività imprenditoriale, invece, per Lorenzo Marsilio, imprenditore di SudElettra.
Si tratta del filone della squadra mobile sugli appalti legati a Temparossa.
Dell’inchiesta della magistratura potentina, cominciata un paio di anni fa e condotta dai pm Francesco Basentini e Laura Triassi, sul Centro Olio Eni di Viggiano (Pz) si era già parlato nel dicembre scorso, quando emersero ben 37 indagati, tra cui il responsabile del Distretto meridionale dell’ENI, Enrico Trovato, il suo predecessore, Ruggero Gheller e due ex direttori generali dell’Arpa Basilicata, Aldo Schiassi e Raffaele Vita. Secondo quanto riportava Il Fatto Quotidiano sono inoltre coinvolti altri dirigenti dei due enti ma anche della Regione Basilicata, della Provincia di Potenza e alcuni rappresentanti di Tecnoparco. In un altro filone dell’inchiesta è indagato Gaetano Santarsia, anche lui dirigente dell’Arpa.
Le indagini hanno condotto la procura a fare diverse ispezioni per verificare lo smaltimento di rifiuti prodotti nella struttura, le emissioni in atmosfera, i livelli di diossina e la presenza di inquinanti nel terreno. Già nel maggio 2015 la spiaggia di San Basilio, lungo il litorale ionico in provincia di Matera, era stata invasa da fanghi neri di provenienza sospetta. Il 4 dicembre 2015 ENI aveva emesso un comunicato stampa nel quale affermava che “l’azienda si è affidata e si affida con assoluta serenità all’operato della Magistratura e alle sue decisioni. E’ nell’ambito di questo profondo rispetto che Eni sta collaborando con gli organi inquirenti con assoluta umiltà, trasparenza, correttezza e serietà”.
Sembra che nell’inchiesta, secondo fonti di Ecoblog, la magistratura stia indagando su un altro mostro ambientale lucano, i fanghi di Corleto Perticara.
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