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Referendum trivelle: l’appello di 50 scienziati per il sì

Le ragioni della scienza e dell’ambiente contro quelle del profitto

Sono cinquanta, per il momento, gli scienziati italiani che hanno deciso di firmare un appello a favore del sì in vista dell’appuntamento referendario di domenica prossima:

“Votiamo sì perché vogliamo che il governo intraprenda con decisione la strada della transizione energetica per favorire la ricerca e la diffusione di tecnologie e fonti energetiche che ci liberino dalla dipendenza dai combustibili fossili”

scrivono i firmatari aggiungendo che

“Ci sono precise ragioni energetiche, economiche, occupazionali, ambientali, etiche e culturali che ci obbligano a sottolineare che è interesse di tutti muoversi con lungimiranza e determinazione verso una società sempre più libera dall’utilizzo dei combustibili fossili”.

Viene sottolineato come il referendum di domenica prossima sia strettamente legato alla questione climatica e all’imminente firma, prevista per il prossimo 22 aprile, dell’accordo di Parigi, risultato della COP21 e documento-chiave per la transizione dai combustibili fossili alle fonti rinnovabili.

Il documento entra nel merito spiegando le varie ragioni:
1) Energetiche. Il quantitativo di petrolio e di gas naturale fornito al nostro Paese dalle piattaforme entro le 12 miglia non supera rispettivamente lo 0,9% ed il 3% dei consumi nazionali. Si tratta di un quantitativo irrisorio anche perché il consumo di fonti fossili è in calo (nell’ultimo decennio si è registrato un -22% di consumo di gas e un -33% di petrolio) grazie alle rinnovabili che coprono il 40° del fabbisogno nazionale.
2) Economiche. In Italia, le estrazioni petrolifere non rappresentano una risorsa significativa per le casse dello Stato, anche perché le società godono di royalties tra le più basse al mondo e franchigie molto vantaggiose. Al contrario le rinnovabili rappresentano la prima voce di investimento nel mondo: nel 2015 gli investimenti nelle rinnovabili hanno raggiunto 329 miliardi di dollari. La cifra è quintuplicata rispetto a 5 anni prima e l’Italia non segue questo trend.
3) Occupazionali. Le stime ufficiali (fonte Isfol) sull’intero settore di estrazione di petrolio e gas in Italia parlano di 9mila impiegati in tutta Italia e 3mila nelle piattaforme oggetto del referendum. L’alibi occupazionale è pretestuoso poiché le trivelle proseguirebbero pur non avendo più concessioni illimitate nel tempo. In ogni caso i 3mila lavoratori delle piattaforme oggetto del referendum sono comunque inferiori ai 4mila lavoratori che hanno perso il lavoro nel solo settore eolico dopo che il Governo Renzi ha deciso di disinvestire nelle energie rinnovabili. Secondo le stime lo sviluppo dell’industria delle rinnovabili potrebbero generare 100mila posti da oggi al 2030.
4) Ambientali. Lo ha detto persino il ministro dell’Ambiente Galletti che un incidente può sempre succedere eppure anche lui si schiera dalla parte del no e degli astensionisti. L’attività delle piattaforme può rilasciare sostanze chimiche inquinanti e pericolose come olii, greggio (durante l’estrazione del petrolio), metalli pesanti o altre sostanze contaminanti (nel caso del gas), con gravi conseguenze sull’ambiente circostante.
5) Etiche e culturali. Secondo i firmatari l’invito all’astensione in una consultazione democratica è “un atto di irresponsabilità civile e politica”. E, naturalmente, anche i recenti scandali legati alla corruzione nel settore petrolifero chiamano in causa questioni etiche e di coerenza che non sembrano preoccupare troppo questo governo.

I firmatari dell’appello

Gianni Silvestrini, Direttore scientifico Kyoto Club; Luca Mercalli, Presidente Società Italiana di Meteorologia; Flavia Marzano, Professore Metodologie e tecniche della ricerca sociale alla Link Campus University; Giorgio Parisi, Professore ordinario di teorie quantistiche all’Università Sapienza di Roma; Vincenzo Balzani, Professore emerito dell’Università di Bologna e Accademico dei Lincei; Mario Tozzi, geologo, Primo ricercatore CNR; Enzo Boschi, già Presidente Istituto Nazionale Geofisica e Vulcanologia (INGV) e professore Geofisica della Terra Università di Bologna; Marcello Buiatti, già Professore di Genetica Università di Firenze; Stefano Caserini, Professore mitigazione del cambiamento climatico, Politecnico di Milano, Coordinatore Climalteranti.it; Nicola Armaroli, Chimico, Dirigente di Ricerca del Consiglio Nazionale delle Ricerche; Giuseppe Barbera, Professore ordinario di Colture Arboree all’Università degli Studi di Palermo; Massimo Bastiani, Coordinatore Tavolo Nazionale Contratti di Fiume; Alberto Bellini, Professore associato presso Università degli studi di Bologna; Giorgio Bignami, già Direttore Laboratorio Fisiopatologia di organo e di sistema, Istituto Superiore Sanità; Ferdinando Boero, Professore ordinario di Zoologia e Biologia Marina all’Università del Salento; Raffaele Boni, DVM PhD Department of Sciences Università della Basilicata; Federico Butera, Professore ordinario di Fisica presso il Politecnico di Milano; Gemma Calamandrei, Biologa, Primo ricercatore, Istituto Superiore di Sanità; Donatella Caserta Professore ordinario di Ginecologia e Ostetricia Università di Roma Sapienza; Sergio Castellari, Ricercatore, Risk Assessment and Adaptation Strategies, Centro EuroMediterraneo per i Cambiamenti Climatici (CMCC); Mauro Ceruti, Professore ordinario di Filosofia della scienza, IULM; Carmela Cornacchia, Ricercatore CNR; Annalisa Corrado, Ingegnere energetico; Pier Luigi Cristinziano, Ricercatore, Università degli studi della Basilicata; Mariateresa Crosta, INAF – Osservatorio Astrofisico di Torino; Mario Cucinella, Architetto e designer; Antonio Di Natale, Segretario Fondazione Acquario di Genova; Paolo Fanti, Professore Associato, Dipartimento di Scienze – Università della Basilicata; Marco Frey, Professore ordinario di economia e gestione delle imprese presso la Scuola Superiore di studi universitari e di perfezionamento S. Anna di Pisa; Mario Gamberale, Ingegnere energetico; Beppe Gamba, Esperto sviluppo sostenibile; Marino Gatto, Professore ordinario di Ecologia al Politecnico di Milano; Gianvito Graziano, Geologo; Maurizio Lazzari, Ricercatore CNR; Mario Malinconico, Ricercatore CNR, Istituto Polimeri compositi e Biomateriali, Chair XXI Conferenza Internazionale sulla gestione dei rifiuti solidi urbani (Roma, 2016); Eleonora Barbieri Masini, Professore emerito Facoltà di Scienze Sociali Università Gregoriana; Andrea Masullo, Direttore Scientifico di Greenaccord; Gianni Mattioli, Fisico; Massimo Moscarini, già Direttore Dipartimento Materno e Infantile Università La Sapienza Roma; Beniamino Murgante, Professore associato Università degli studi Basilicata; Gabriele Nolè, Ricercatore TD, Imaa CNR; Angela Ostuni, Ricercatrice, Università degli Studi della Basilicata; Franco Pedrotti, Professore emerito dell’Università di Camerino; Valentino Piana, Direttore dell’Economics Web Institute; Sandro Polci, Sociologo; Francesco Ripullone, Prof associato, Scuola di Scienze Agrarie, Forestali Alimentari ed Ambientali, Università degli Studi della Basilicata; Gianluca Ruggieri, Ricercatore Università dell’Insubria; Valerio Sbordoni, Professore ordinario di Zoologia Università Tor Vergata Roma; Massimo Scalia, Fisico; Angelo Tartaglia, Professore Fisica generale Politecnico di Torino; Valerio Tramutoli, Professore associato di Fisica del Sistema Terra e del Mezzo Circumterrestre presso la Scuola di Ingegneria della Università della Basilicata – Potenza; Sergio Ulgiati, Professore Analisi ciclo di vita Università degli Studi Parthenope di Napoli; Boris Zobel, Psicopedagogista.

Via | Legambiente

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