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Cinemambiente 2016: il programma del festival
Dal 31 maggio al 5 giugno 2016 tutto il meglio del cinema internazionale a tematica ambientale
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È stata presentata questa mattina, nella sede del Museo Nazionale del Cinema di Torino, la diciannovesima edizione del Festival Cinemambiente, la più importante manifestazione italiana dedicata alle tematiche socio-ambientali. Al timone della manifestazione c’è sempre Gaetano Capizzi, l’uomo che lanciò la manifestazione nel 1998 e l’ha fatta crescere fino a farla diventare uno dei punti fermi nel circuito internazionale dei festival cinematografici “green”.
Dopo lo spostamento di data del 2015, la manifestazione torinese torna a far coincidere il suo epilogo con la Giornata Mondiale dell’Ambiente: si comincia martedì 31 maggio e si chiude domenica 5 giugno 2016. I film sono divisi nelle tre sezioni competitive (Concorso Internazionale Documentari, Concorso Documentari Italiani, Concorso Internazionale One Hour) alle quali si aggiungono altre quattro sezioni non competitive (Eventi Speciali, Panorama e Panorama Cortometraggi ed Ecokids).
A inaugurare il festival sarà, in anteprima italiana, Demain (Francia 2015, 118’) di Cyril Dion e Mélanie Laurent, il documentario che in Francia ha registrato più di 800.000 spettatori. Il film è una carrellata sui più importanti temi ambientali contemporanei che cerca di evitare il catastrofismo, proponendo soluzioni positive e realizzabili. La proiezione sarà preceduta da Il punto di Luca Mercalli con cui il noto meteorologo sintetizzerà gli ultimi sviluppi della situazione ambientale globale.
Al festival si vedrà anche, in anteprima mondiale, la copia restaurata in 4k del film del 1966 Nata Libera di James Hill, storia del particolare rapporto tra la leonessa Elsa e la coppia che la alleva.
Nella serata di chiusura verrà proiettata l’ultimo film di Jacques Perrin e Jacques Cluzaud, Les Saisons (Francia, Germania 2016, 95’). Dopo aver viaggiato per il mondo con gli uccelli migratori e navigato in tutti gli oceani con balene e mante, Jacques Perrin e Jacques Cluzaud approdano su un terreno più familiare. Accompagnano lo spettatore in un meraviglioso viaggio nel tempo, per scoprire quei territori selvaggi in Europa che l’uomo condivide con gli animali a partire dall’ultima glaciazione. Les Saisons, le cui riprese sono durate quattro anni, è un epico quanto sensibile racconto della storia lunga e tumultuosa che lega l’uomo agli animali. Al regista e attore Jacques Perrin verrà consegnato il premio alla carriera Movies Save the Planet.
Concorso Internazionale documentari
Otto titoli, tutti in anteprima, per il concorso più prestigioso. The Babushkas of Chernobyl (USA 2015, 70’) di Anne Bogart e Holly Morris condurrà gli spettatori nella Dead Zone di Chernobyl, a tre decenni dal terribile incidente dell’aprile 1986. Bugs (Danimarca 2016, 76′) di Andreas Johnsen esplora l’ultima tendenza nel campo dell’alimentazione sostenibile: gli insetti.
Dear President Obama (USA 2016, 98’) di Jon Bowermaster analizza la questione dell’estrazione di gas e petrolio negli States, mettendo in evidenza le conseguenti contaminazioni, le storie delle sue vittime, la falsa promessa di un boom economico, con particolare attenzione alle soluzioni energetiche pulite che permetterebbero di procedere verso un futuro meno dipendente dai combustibili fossili. La voce narrante è dell’attore Mark Ruffalo.
Ghostland (Germania 2016, 88′) di Simon Stadler offre la straordinaria possibilità di guardare la nostra società e il nostro modo di vivere da un altro punto di vista. I Ju/’Hoansi Bushmen sono una popolazione della Namibia costretta ad abbandonare il proprio stile di vita nomade, dichiarato illegale dal governo. Il regista decide di portare alcuni di loro in viaggio per l’Europa, un viaggio che cambierà completamente i termini della situazione: quelli che erano stati scoperti diventano esploratori a loro volta, da attrazione turistica diventano turisti, da bisognosi si trasformano in maestri. Land Grabbing (Austria 2015, 95′) di Kurt Langbein racconta l’accaparramento dei terreni agricoli da parte dei grandi potentati economici a danno dell’agricoltura familiare.
Need for Meat (Paesi Bassi 2015, 74′) di Marijn Frank affronta, con grande onestà intellettuale, il tema del vegetarianesimo. Trading Paradise (Svizzera 2016, 78’) di Daniel Schweizer denuncia la copertura offerta dalle banche svizzere a società estrattive che calpestano i diritti umani e inquinano i territori. When Two Worlds Collide (Perù 2016, 100′) di Heidi Brandenburg e Mathew Orzel ha ottenuto il premio come miglior documentario al Sundance Film Festival 2016 e segue la vicenda di una popolazione del Perù che difende il proprio territorio, nella foresta Amazzonica, contro le mire estrattive di alcune compagnie pronte a distruggere l’habitat naturale pur di andare avanti negli affari.
Concorso documentari italiani
Fra gli otto documentari italiani segnaliamo Fukushima: A Nuclear Story (Italia 2015, 84′) di Matteo Gagliardi che ha compiuto un viaggio di quattro anni nelle zone colpite dallo tsunami, seguendo Pio d’Emilia, il primo giornalista arrivato sul posto dopo la tragedia e La lunga strada gialla (Italia 2016, 80′) di Christian Carmosino e Antonio Oliviero, un viaggio poetico, ironico ma soprattutto di denuncia: protagonisti due giovani che, in groppa a due muli, da Palermo arrivano fino a Roma per portare al Quirinale il loro messaggio di ecologia e giustizia sociale. Il documentario Sull’Etna (Italia 2015, 52′) di Francesco Di Mauro descrive un giro di ricognizione alle pendici del vulcano.
Concorso Internazionale One Hour
Il formato “televisivo” da un’ora o poco meno regala sempre gradite sorprese e anche quest’anno la varietà di temi è molto ampia. Chasse: main basse sur la savane (Francia 2015, 52’) è un’inchiesta di Olivia Mokiejewski che si reca in Kenya per capire come funzionano i safari a scopo di caccia.
Si torna a Fukushima con Demi-vie à Fukushima (Svizzera, Francia 2016, 61′) di Mark Olexa e Francesca Scalisi, un documentario che racconta la storia dell’unico uomo che ha deciso di non abbandonare la zona dell’incidente nucleare dopo lo tsunami. Gringo Trails (USA 2014, 52’) di Pegi Vail analizza gli aspetti devastanti del turismo di massa, mentre La Jeunne Fille et le Typhons (Francia 2015, 52’) di Christoph Schwaiger vede di nuovo il coinvolgimento di una protagonista del cinema francese, Marion Cotillard, in veste di intervistatrice di una giovane filippina che sta cercando di trovare un sistema per salvaguardare la vita dei suoi concittadini, colpiti dai cambiamenti climatici che minacciano la stabilità dell’arcipelago.
Poverty, Inc. (USA 2014, 55’) di Michael Matheson Miller si concentra sull’“industria” legata alle cause umanitarie, ONG che muovono miliardi di dollari con risultati spesso discutibili se non catastrofici.
Panorama
Nella sezione Panorama molti documentari di grande interesse. Copenhagen, a Flowing City (Italia 2016, 25′) di Michele Di Salle propone un viaggio approfondito nelle pratiche architettoniche della città più sostenibile al mondo; Racing to Zero (USA 2014, 57’) di Christopher Beaver esplora il tema importantissimo dei rifiuti e si reca a San Francisco per dimostrare che l’opzione rifiuti zero è possibile. Monviso mon amour (Italia 2016, 52′) di Fabio Gianotti racconta la genesi dello sci estremo e La Tragedia electrónica (Spagna, Francia 2014, 86’) di Cosima Dannoritzer racconta dove finiscono gli oggetti elettronici una volta che smettiamo di utilizzarli. I volti della Via Francigena (Italia 2016, 51′) di Fabio Dipinto offre un quadro vivace e poetico della varia umanità che per i più diversi motivi decide di percorrere questo antico cammino.
L’ingresso a tutte le proiezioni sarà gratuito.
Foto | Cinemambiente