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Alimentazione

Usa, negli anni Sessanta scienziati pagati per mentire sullo zucchero

Decine di scienziati furono pagati dalla lobby americana dello zucchero per mentire sulla correlazione fra consumo e problemi cardiaci

Negli anni Sessanta decine di scienziati statunitensi furono pagati dall’industria americana dello zucchero per ridimensionare la correlazione fra un eccessivo consumo di zuccheri e i problemi cardiaci. Un ricercatore della University of California di San Francisco ha scoperto alcuni documenti che proverebbero come la lobby dello zucchero abbia messo in atto una vera e propria macchina mistificatoria tesa a proteggere i propri interessi economici e a spostare la responsabilità sui grassi saturi.

Gli studi sul ruolo dell’alimentazione nei problemi cardiaci sarebbero stati pilotati per oltre cinque decenni ha rivelato Stanton Glantz, autore dello studio uscito su Jama.

I documenti scoperti da Glantz dimostrano come la Sugar Association (in passato chiamata Sugar Research Foundation) corruppe tre ricercatori dell’Università di Harvard affinché gli studi sulle patologie cardiovascolari deresponsabilizzassero gli zuccheri a sfavore dei grassi. Nel 1967 i tre studiosi ricevettero 50mila euro, una cifra davvero considerevole per l’epoca.

Per decenni, anche sulla base di questi studi, i ricercatori americani hanno spinto i consumi in modo da far prevalere i prodotto zuccherati con un basso contenuto di grassi, un’abitudine che ha portato a un’esplosione dell’obesità nella popolazione americana. Secondo i dati più recenti, infatti, il tasso di obesità degli adulti statunitensi è del 20%, con quattro stati superiori al 35% e venticinque stati sopra il 30%. In Louisiana più di un adulto su tre (36,2%) è obeso.
Da qualche anno si è girata pagina e l’American Hearth Association ha vietato fino ai due anni di età dolci e bibite gasate, consigliando di non superare i 25 grammi di zuccheri fino ai 18 anni.

Via | Jama Internal Medicine | State of Obesity

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