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Ponte sullo Stretto, Renzi: “Per noi è una sfida”

Il governo italiano aveva definitivamente chiuso il capitolo Ponte il 1 marzo 2013.

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Il presidente del Consiglio Matteo Renzi, intervenendo alla celebrazione per 110 anni della Salini-Impregilo alla Triennale di Milano, ha rilanciato il progetto del Ponte sullo Stretto di Messina parlando di “sfida” per ingegneri e progettisti.

Secondo Renzi sarebbe un’operazione utile a portare “non solo posti di lavoro, 100mila. […] Una sfida a voi, e se voi siete nella condizione di portare le carte e sbloccare quello che è fermo da 10 anni, noi ci siamo” ha detto Renzi rivolgendosi ai dirigenti Impregilo. Pronta la replica di Pietro Sailni: “noi siamo sempre pronti”.

La discussione verteva in particolare sulle infrastrutture mancanti per il sud, con Renzi che ha indicato nel collegamento Napoli-Palermo una delle priorità per il Mezzogiorno e il riferimento ai fantomatici 100mila posti di lavoro era proprio su quello, anche se nelle sue parole il Presidente del Consiglio ha lasciato largamente intendere di essere interessato a riaprire il dossier.

Dossier che si era chiuso definitivamente solo il 1 marzo 2013, quando il Ministro delle Infrastrutture del tempo, Corrado Passera, chiudeva ogni discussione sull’opera:

“Non sussistono le condizioni per la firma nei termini di legge (oggi 1 marzo NdR) dell’atto aggiuntivo al contratto tra Società Stretto di Messina e il contraente generale Eurolink, in assenza del quale decadranno tutti i rapporti contrattuali e si andrà alla liquidazione della concessionaria. A novembre è stato varato un decreto legge che fissava le condizioni in base alle quali si poteva tenere aperto il progetto. Ci si è dati più di quattro mesi per riformulare l’accordo purtroppo per ora non ci sono segnali concreti da parte del contraente generale di voler accedere a quanto disposto dalla legge.”

Il Ponte sullo Stretto non ricevette la proroga del governo facendo giungere al capolinea la sua tormentata storia. La faraonica opera sarebbe stata lunga poco più di 3 km e mezzo e si sarebbe retto grazie a sue piloni e 4 cavi di acciaio del diametro di 1,24 metri; i livelli di passaggio sarebbero stati due incluso quello per le ferrovie per un costo di circa 8,5 miliardi di euro escluse le varianti eventuali al progetto.

Secondo il WWF sono 5 i punti deboli del Ponte sullo stretto.

1. abbia un costo ingiustificato di 8,5 miliardi di euro, più del doppio di quello con cui il General Contractor Eurolink, capeggiato da Impregilo, ha vinto la gara (3,9 miliardi rispetto ai 4,4 miliardi di Euro posti a base di gara). E dell’ordine del 39% in più rispetto al valore di partenza se si considera l’importo lordo di 6,1 miliardi di Euro, ripetutamente indicato dai progettisti;

2. non si ripaghi con il traffico stimato, visto che le previsioni degli stessi progettisti, basate sulle stime e gli scenari intermedi del progetto preliminare, prevedevano che un incremento di costo del progetto nell’ordine del 15% avrebbe determinato un Valore Attuale Netto negativo, figuriamoci un incremento di costo del 39% rispetto all’importo lordo! Inoltre, le stesse previsioni valutano, a regime, un utilizzo del ponte che si aggirerebbe attorno all’11% della capacità complessiva (11,6 milioni di auto l’anno, a fronte, appunto, di una capacità complessiva teorica dell’opera di 105 milioni di auto l’anno nelle due direzioni), configurando un evidente, colossale spreco di risorse;

3. non sia realizzabile dal punto di vista tecnico: si tratterebbe di costruire, in una delle aree a più alto elevato rischio sismico del Mediterraneo, un ponte sospeso, ad unica campata di 3,3 km di lunghezza, sorretto da torri di circa 400 metri di altezza, a doppio impalcato stradale e ferroviario, (quando allo stato attuale delle conoscenze tecniche il ponte più lungo esistente al mondo con analoghe caratteristiche è quello del Minami Bisan-Seto in Giappone, di 1118 metri di lunghezza);

4. vada ad incidere su un’area ampiamente vincolata per gli straordinari valori paesaggistici e severamente tutelata dall’Unione Europea, si deve ricordare tra l’altro che l’opera ricade interamente nell’area di due ZPS – Zone di Protezione Speciale (“Costa Viola”, in Calabria e dei “Monti Peloritani, Dorsale Curcuraci, Antennammare e Area marina dello Stretto”, in Sicilia) e interferisce in entrambe le regioni con 11 SIC – Siti di Interesse comunitario;

5. il progetto ‘definitivo’ presenti gravi carenze tecniche rilevate già dalla Commissione VIA – Valutazione Impatto Ambientale (con ben 223 richieste di integrazione), secondo cui: “gli studi relativi [ad alcuni]interventi … non hanno un livello di approfondimento tale per essere parte di un progetto definitivo”.

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