MOBILITA' SOSTENIBILE
Auto a metano: in Italia sono più di un milione
Cresce il numero di auto a metano, ma la rete distributiva risulta ancora inadeguata
In Italia continua crescere in maniera sensibile il numero di auto a metano. Secondo i dati forniti da Federmetano, il nostro Paese ha finalmente superato la soglia di un milione di unità, ma la mancanza di un’adeguata rete distributiva rischia di rallentare il processo di diffusione di questi mezzi.
Specialmente al di fuori delle grandi città è molto difficile trovare distributori in grado di rifornire gli automobilisti che scelgono questa opzione:
“Il metano per autotrazione rappresenta un settore di eccellenza italiana noto in tutto il mondo. Negli ultimi tempi però sono emersi alcuni fattori che rischiano di rallentarne il processo di crescita, come suggerisce il campanello di allarme rappresentato dalla diminuzione delle immatricolazioni di auto a metano registrata negli ultimi mesi. L’intero settore chiede quindi una maggiore attenzione e l’attuazione di politiche legislative che possano favorire la crescita, anche in virtù delle importanti qualità ecologiche del metano, che è il carburante con le minori emissioni di sostanze nocive tra quelli oggi maggiormente diffusi”
ha sottolineato Licia Balboni, presidente di Federmetano, nel corso di un convegno svoltosi di recente a Verona.
Balboni ha sottolineato il ruolo centrale della direttiva 2014/94/EU sulla realizzazione di un’infrastruttura per i combustibili alternativi, la cosiddetta Dafi che stabilisce i requisiti minimi per la costruzione armonica della rete per i combustibili alternativi e definisce i criteri di sviluppo e localizzazione dei punti di rifornimento di gas naturale liquido e gas naturale compresso.
Lo schema del decreto legislativo che nel nostro Paese recepisce la direttiva europea è stato trasmesso alle commissioni parlamentari Trasporti e Attività produttive della Camera che dovranno esprimere il parere entro giovedì 27 ottobre.
La direttiva europea prevede per gli Stati membri il recepimento entro il prossimo 18 novembre, insomma, come spesso capita all’Italia quando occorre recepire delle direttive europee, bisognerà accelerare i tempi per non incorrere nelle reprimende di Bruxelles.
Via | Ansa