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Auto a guida autonoma: tutti i vantaggi e i rischi
L’auto a guida autonoma piace agli automobilisti ma allo stesso tempo fa paura: ecco tutti i vantaggi e tutti i rischi della vettura del futuro
L’auto a guida autonoma o auto robot si presta a essere una soluzione ecologica e sostenibile per l’ambiente? Sembrerebbe di sì secondo quanto riferisce Osservatorio Findomestic nello studio Auto autonoma: gli automobilisti sono pronti a lasciare il volante per la Silicon Valley perché per strada potrebbero starci meno veicoli e dunque meno inquinamento poiché una vettura autonoma potrebbe sostituire auto private, taxi e anche mezzi pubblici. Non solo: ma anche ridurre i tempi di spostamento perché l’auto autonoma si comporterebbe come un servizio tra il car sharing e il car pooling permettendo di ottimizzare tempi di spostamento e percorsi anche di piu ‘persone contemporaneamente o in successione e sopratutto abbattendo quel 30 per cento di tempo utilizzato nella ricerca del parcheggio. Senza contare i vantaggi derivati dall’abbattimento dell’oltre 50 per cento degli incidenti stradali. D’altronde lo studio del OCSE riferisce che:
I veicoli autonomi dovrebbero apportare miglioramenti in termini di mobilità ai giovani, agli anziani e alle persone disabili. Essi consentirebbero altresì di esercitare funzioni e attività diverse dalla guida, riducendo in tal modo sia il costo sociale del tempo trascorso nel veicolo che il costo del lavoro, aumentando al contrario comodità e produttività nei viaggi. Per di più, l’automazione e la connessione dei veicoli dovrebbero creare occupazione nell’industria dell’automobile, delle tecnologie, delle telecomunicazioni e del trasporto merci. Al contempo, sarebbero previsti corsi di formazione sull’utilizzo dei nuovi sistemi automatizzati per i camionisti, che potrebbero vedere diminuire la domanda di manodopera nel lungo periodo. È difficile valutare le possibili ripercussioni dei veicoli automatizzati sulla congestione stradale e sui livelli di emissione.
Auto a guida autonoma, perché non sono ancora su strada?
Nel mentre i prototipi autonomi accumulano chilometri l’infrastruttura non è ancora pronta a cui si sommano le eventuali responsabilità per incidenti, la convivenza con gli esseri umani, la protezione dei dati. Di fatto però in Europa, Brasile, Messico e Sudafrica abbiamo un solo grande vincolo: la Convenzione di Vienna sulla circolazione stradale del 1968 e ratificata nel 1977 da 72 Paesi ma non da Stati Uniti, Cina e Giappone per cui il conducente è l’unico responsabile del veicolo che guida e per cui deve avere sempre le mani sullo sterzo. Per ovviare a questo regolamento si sta pensando di introdurre un emendamento entro la fine del 2017.
L’auto autonoma … voglia di averla, ma allo stesso tempo fa paura
Questo è il paradosso. Da una parte gli automobilisti sono entusiasti all’idea di essere in grado di delegare un numero crescente di attività correlate alla guida. Dall’altra parte la loro ansia sale, quanto piu’ sale l’autonomia dell’automobile. I fornitori e i produttori sono giunti alla stessa conclusione: l’avvento del veicolo autonomo dipende dalla sua capacità di rassicurare i passeggeri sulla sua infallibilità.
Semplificare l’interfaccia uomo-macchina
La delicata transizione tra il periodo di guida normale a quello di guida autonoma, crea preoccupazione. Thomas Ingenlath, vice Presidente di Volvo (uno dei produttori piu’ avanzati per l’autonomia dei veicoli) ha detto che hanno progettato un interfaccia utente, integrata e totalmente sicura, in modo che il conducente può trasferire e riprendere il controllo del veicolo con fiducia. In un sondaggio fatto a luglio 2016, si legge che per esempio, la metà dei tedeschi, ha paura di viaggiare in un veicolo autonomo; anche i francesi sono ancora riluttanti all’idea di essere guidati dalla loro auto.
L’autonomia arriverà prima sull’autostrada
E’ ragionevole esigere da un computer una totale mancanza di errore di valutazione su strada? Alcuni ritengono che ciò comporterebbe sistemi ridondanti ad un costo che solo il settore del trasporto aereo può permettersi. Altri sottolineano che l’automazione dei trasporti sarà graduale e inizierà sule autostrade dove le corsie con barriere e segnaletica ben evidenziate e visibili a terra, sono piu’ facili da seguire. In ogni caso, la strada sarà lunga…perchè l’interazione, tra la fredda logica della macchina e l’imprevedibilità del comportamento umano, sarà difficile da gestire. Oltre ad una mappatura e una segnaletica stradale accurata, avremo bisogno anche che le regole di condotta siano rispettate, perché le vetture autonome rispettano le regole. Le vetture autonome si fermeranno al semaforo rosso; sono dei dei computer; se le macchine sono le uniche a fermarsi potete immaginare gli incidenti che avverrebbero tipo in Brasile (ci dice un giornalista brasiliano) o a Mumbai, in India, le persone non sempre rispettano le regole della strada, e quindi non si può inserire un veicolo autonomo su strada in queste condizioni. Carlos Ghosn amministratore delegato dei gruppi automobilistici Renault e Nissan ha infatti dichiarato che le automobili autonome arriveranno prima nei paesi in cui la guida è molto disciplinata come in Giappone, Stati Uniti, Francia, Germania e poi a poco a poco, si potrà applicare la tecnologia ai paesi in cui la guida e un po’piu’flessibile. A Singapore in un quartiere d’affari per esempio, sono state usate delle navette di prova per il trasporto di persone. (come i robot in fabbrica che vengono usati per consegnare i pacchi da un posto all’altro).Il passo successivo sar à quello di mettere questi veicoli, in strada, in mezzo al traffico.
Il veicolo autonomo al 100% non è ancora in uso, ma l’automazione sta accelerando notevolmente e passerà attraverso cinque fasi: dalle “mani sul volante” si sta gradualmente passando a quelle di “senza le mani”. La nuova Mercedes-Benz classe E, in vendita questa primavera, come la Volvo XC90 del 2015, il famoso Tesla Model S e X sono in grado di seguire la loro corsia, ma richiedono di tenere le mani sul volante… ed è una prova del fatto che il conducente mantiene una certa vigilanza. Il passo successivo sarà quello di far camminare l’autoveicolo “senza occhi. Poi seguirà “senza concentrazione” ed infine “driverless” (senza conducente).
Veicoli a guida autonoma: si risparmierà carburante?
I veicoli a guida autonoma si presentano come capaci di organizzare i consumi di carburanti in maniera razionale, d’altronde non essendoci traffico i percorsi saranno piu’ scorrevoli e dunque anche meno frenate. Di fronte però a questo scenario idilliaco la Ue mette in guardia scrivendo:
È difficile valutare le possibili ripercussioni dei veicoli automatizzati sulla congestione stradale e sui livelli di emissione. I vantaggi previsti in termini di ambiente e di traffico potrebbero essere neutralizzati da un aumento della domanda di trasporto su strada, che potrebbe derivare dalla disponibilità di nuove tecnologie di trasporto automatizzato.
Chi sarà responsabile in caso di incidente?
In tutta Europa, il legislatore sta lavorando per modificare il codice della strada (per incorporare il concetto di responsabilità della macchina ed del co-pilota). Nell’Aprile 2016 i ministri dei trasporti dei ventotto stati membri, si sono impegnati a sviluppare standard di comunicazione tra veicoli e infrastrutture, nonché norme di sicurezza IT, il rispetto per la privacy e la responsabilità legale.
La Germania potrebbe essere primo stato in Europa, a stabilire un quadro giuridico per la circolazione dei veicoli autonomi. Lo scorso luglio, il ministero tedesco dei trasporti, stava pensando di rendere obbligatoria l’installazione di un registratore in un futuro veicolo autonomo, contribuendo a stabilire la responsabilità di tutte le persone e le auto coinvolte. I sensori, le telecamere e altri dispositivi utilizzati, devono essere in grado di fornire tutti i dati necessari per la valutazione delle responsabilità in caso di incidente. In Gran Bretagna, il governo è arrivato alla conclusione che l’assicurazione dell’auto in caso di incidente, dovrà essere estesa alla responsabilità dei prodotti. Le vittime saranno indennizzate dall’assicuratore e quest’ultimo potrà rivalersi sul costruttore se il veicolo autonomo fosse giudicato responsabile. A sua volta il costruttore potrà tentare di dimostrare che il passeggero è intervenuto sui comandi del veicolo. I produttori devono garantire la sicurezza dei passeggeri e la totale affidabilità dei veicoli autonomi, garantire la protezione dei dati degli utenti, lasciando a loro la scelta di utilizzare i loro dati o meno.
Via | Challenges