Biciclette
Bike sharing a Milano, le bici finiscono nel Naviglio e i canottieri le recuperano
E’ boom di biciclette condivise abbandonate nei luoghi più improbabili. A Milano le gettano persino nei Navigli.
La triste fine delle biciclette condivise del bike sharing free floating di Milano. Questa foto, pubblicata su Facebook da un utente e ripresa da molti gruppi e pagine milanesi, mostra chiaramente a che livelli può arrivare l’inciviltà: una decina di bici gettate in un Naviglio.
La gran parte di esse sono bici arancioni, quelle di MoBike sharing, ma se ne vede anche una gialla di Ofo Bike sharing. In un’altra foto si vede una bici gialla sul fondale.
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Sono entrambi due servizi di bike sharing free floating. I clienti, cioè, non sono obbligati a lasciare la bici nelle rastrelliere al termine della corsa ma possono posarle in qualunque luogo, purché rispettino le normali regole della civiltà e le bici non siano d’ostacolo al traffico o al passaggio dei pedoni.
Purtroppo, però, sono in molti a comportarsi come vandali. Ed è proprio “vandali” il commento più diffuso sui social network ogni volta che vengono pubblicate foto di questo tipo. Spulciando tra i commenti, però, si intravede anche un bagliore di speranza: se è vero che Milano (ma anche altre città dove è stato attivato il bike sharing free floating) è piena di vandali, per fortuna nella stessa Milano ci sono anche persone per bene.
Persone come gli istruttori dei Canottieri S.Cristoforo che, a bordo delle loro imbarcazioni, percorrono i Navigli e vanno a pesca di bici condivise.
I canottieri hanno chiesto a Mobike di collaborare maggiormente, ma non hanno ottenuto nessuna risposta e, per questo, hanno realizzato il video di denuncia. Pubblicato su Facebook da Simone Lunghi, il video porta con sé parole non certo tenere nei confronti del servizio di bike sharing. E’ utile e corretto riportarle interamente:
Carissima Mobike Italia ieri abbiamo recuperato altre due bici che erano state gettate nel naviglio. Noi ci proviamo, a salvare il Naviglio dai vandali. Ma non siamo arrabbiati solo con loro. Siamo arrabbiati anche con voi! Abbiamo provato, le altre volte, a contattarvi per 20 giorni senza mai ottenere risposte e speriamo,a questo punto, che qualcuno informi le autorità che vi hanno dato la licenza (visto che sulle vostre bici c’è il logo del nostro amato comune). Anche queste bici sono con il GPS rotto e per questo inutilizzabili dalla vostra app. Troviamo scandaloso che il vostro servizio clienti non ci abbia MAI contattato per venire a recuperare quelle bici. Il vostro silenzio, che sfiora il menefreghismo, lancia una luce sinistra sulla bontà della vostra mission aziendale. Oltre ai messaggi che vi abbiamo inviato, abbiamo avuto mezza pagina sul corriere della sera, un servizio su TG3 Lombardia nel quale denunciavo, tra l’altro, che presso i due ponti pedonali c’erano un numero assolutamente non congruo di vostre bici. Una settimana dopo e due di quelle bici sono state gettate in acqua.
Da parte vostra nessuna risposta.
Per questo ho deciso di “passare alle maniere forti” e denunciare così pubblicamente la vostra inadeguatezza. Attendiamo un vostro riscontro.