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Biciclette

Incidenti in bicicletta: un morto ogni 32 ore

Una indagine di Facile.it mette nero su bianco la strage dei ciclisti che, però, spesso hanno delle responsabilità.

Un morto ogni 32 ore. Questo è il bilancio della strage di ciclisti che avviene ogni anno sulle strade italiane, con un aumento del 9,6% rispetto all’anno scorso (fonte ISTAT). Un aumento dovuto al fatto che sempre più italiani usano la bicicletta, ma sempre più ciclisti non rispettano al 100% il codice della strada come rivela un sondaggio condotto da Facile.it su un campione di 1.000 ciclisti intervistati.

Ben l’87% degli intervistati viaggia senza il faretto anteriore e il catarifrangente posteriore. Il 71% non usa il casco, il 70% delle bici non ha specchietti retrovisori. Sei ciclisti su dieci viaggiano sul marciapiedi e sono più donne che uomini, unico caso in cui il gentil sesso prevale in uno dei comportamenti rilevati dal sondaggio.

Altra abitudine dei ciclisti pericolosissima (e che fa imbestialire la stragrande maggioranza degli automobilisti) è quella di pedalare in gruppo invece che in fila indiana: lo fa il 33% degli intervistati. Probabilmente la percentuale salirebbe se togliessimo dal totale i ciclisti che normalmente viaggiano da soli.
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Il 17% dei ciclisti intervistati pedala senza tenere le mani sul manubrio, il 9% trasporta altri passeggeri (esclusi i bambini sull’apposito seggiolino). Il 6% porta a spasso il cane al guinzaglio mentre è in bici e, infine, il 4% si fa trainare da un’auto tenendosi alla portiera.

Non sono bei numeri, perché si tratta in tutti i casi di comportamenti molto pericolosi e che possono causare incidenti. E gli incidenti, nel caso dei ciclisti, spesso hanno conseguenze gravi.

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