Auto Ibride
Amarcord: le prime hypercar ibride Ferrari, Porsche e McLaren
Alcuni anni fa, quando si pensava alle auto ibride, la mente non correva certo alle hypercar, ma poi tre marchi prestigiosi hanno affrontato il tema, con risultati stratosferici.
Sono passati diversi anni da quando le hypercar di punta dei principali marchi hanno scelto la motorizzazione ibrida, destinata a crescere nei loro listini. Stiamo parlando della Ferrari LaFerrari, della McLaren P1 e della Porsche 918, che per prime hanno messo la soluzione al servizio della clientela.
Ormai il tema ambientale non può essere sorvolato nemmeno dai costruttori di nicchia, che in realtà spesso hanno dato prova di essere molto sensibili verso il problema dell’efficienza energetica e della salvaguardia dell’ecosistema.
Le supercar e le auto sportive sono molto evolute su questo fronte e, in genere, non percorrono molti chilometri. Quindi, anche se le loro emissioni complessive sono mediamente più alte, non può essere imputato loro il problema dell’inquinamento. Inoltre le vetture da sogno sono poco diffuse, quindi la loro incidenza sull’effetto serra e sui cambiamenti climatici è quasi nulla. Ciò non esime dal dovere di fare meglio. Ferrari, McLaren e Porsche non si sono sottratte al compito già agli inizi del decennio in corso, con tre modelli dove non si mortificano per niente il sound, l’erogazione e il piacere di guida. Ricordiamo le loro doti.
Ferrari LaFerrari (2013-2016)
LaFerrari è uno scrigno di innovazioni tecnologiche, prestazioni, stile avveniristico, emozioni di guida. Questa creatura prosegue la tradizione dei gioielli a tiratura limitata della casa di Maranello, che annovera nella raccolta capolavori come Gto, F40, F50 ed Enzo. Un sogno di inebriante maestria dialettica, destinato a pochi eletti, con patrimoni da favola, che spinge in alto le pulsazioni cardiache.
Con lei i sistemi ibridi hanno fatto il loro debutto nella produzione del “cavallino rampante”: il motore termico V12 da 6.3 litri, con 800 cavalli all’attivo, si combina infatti all’unità elettrica da 120 Kw (163 CV), per una potenza complessiva di 963 cavalli, in un matrimonio che coniuga senza soluzione di continuità i vantaggi delle due propulsioni. L’elevata coppia fornita dal motore elettrico ai bassi giri consente di ottimizzare il motore termico agli alti regimi. Il risultato è una spinta eccezionale e costante, con una coppia di 900 Nm.
Il possente cuore, capace di fornire l’energia per illuminare un piccolo paese, garantisce prestazioni straordinarie, divertimento di guida e un sound inconfondibile. Il transfer tecnologico dalla Formula 1 emerge a tutti i livelli, come nella progettazione e realizzazione del telaio, curate in modo brillante da una squadra di tecnici che si è giovata del contributo di Rory Bryne, noto progettista di monoposto vincenti della scuderia di Maranello.
L’impiego dei materiali compositi è stato gestito in modo encomiabile, usando le combinazioni più raffinate, con un duplice risultato: garantire la massima leggerezza insieme alla più grande robustezza. Sublime l’efficienza dinamica, anche grazie all’aerodinamica attiva, che concilia nel modo migliore due fattori contrapposti, come la scorrevolezza e la deportanza. Miracoli che solo agli uomini della Ferrari potevano riuscire
McLaren P1 (2013-2015)
Questa supercar esprime il suo temperamento con una linea sinuosa ed estrema, votata al culto dell’aerodinamica, che gioca un ruolo fondamentale quando si vogliono raggiungere le vette prestazionali.
Spinta da un V8 biturbo da 3.8 litri, abbinato a un motore elettrico di grande efficacia, è in grado di sprigionare una potenza complessiva di 916 cavalli, garantendo alta coppia motrice ai regimi più bassi e forte contenimento delle emissioni di CO2, per un rapporto più felice con la natura.
Il peso è maggiore rispetto alla vecchia F1, che sostituisce idealmente, ma le prestazioni sono di livello ancora più alto, anche in termini di handling. Solo in circuito si possono raggiungere i suoi limiti, con il supporto di un’aderenza adeguata al rango del prodotto, che vanta freni di ottima efficacia, per contrastare le velocità che si raggiungono in pochi secondi.
Le cifre sono di stampo corsaiolo: accelerazione da 0 a 100 km/h in 2″8, da 0 a 200 km/h in 6″8, da 0 a 300 km/h in 16″5 (5″5 secondi in meno dell’iconica F1, che l’ha preceduta idealmente in listino). E’ limitata elettronicamente a 350 km/h la velocità massima, mente la frenata da 100 km/h a zero richiede soli 30.2 metri, un valore che la dice lunga sulla sua capacità di decelerazione.
Porsche 918 Spyder (2013-2015)
Quest’auto sportiva, in tiratura limitata, ha un cambio a doppia frizione PDK, che consente passaggi di marcia fulminei. Nella cabina di comando la gestione delle diverse funzioni avviene mediante uno schermo touch-screen, come nei telefonini di ultima generazione. Ricordiamo che la 918 Spyder monta un potente V8 affiancato da tre unità elettriche, per una dotazione energetica di altissimo livello: 887 cavalli. Pur con tanta carica in corpo, in condizioni ideali libera pochissimi grammi di CO2 per chilometro.
I bassi livelli di emissione si coniugano alla sportività e al carattere delle opere di Zuffenhausen. La vettura è una scheggia in accelerazione, con passaggio da 0 a 100 Km/h in appena 2″8. Quattro le modalità operative: E-Drive, Hybrid, Sport Hybrid e Race Hybrid. La più ecologica è la prima.
Secondo gli uomini della Porsche, la 918 Spyder assume un ruolo paragonabile a quello della 911, che debuttò all’IAA mezzo secolo fa. Questo anniversario è stato celebrato dalla casa tedesca con la presentazione del modello speciale in edizione limitata “50 Anni 911″. La vettura si basa sull’attuale 911 Carrera S, che unisce gli elementi tradizionali della 911 alla tecnica più avanzata.
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