ECOLOGIA
Centro Astronomico Internazionale GAL Hassin: eccellenza siciliana
Gli addetti ai lavori ne parlano come un fiore all’occhiello, del resto il GAL Hassin è proprio questo nell’ambito della ricerca e della divulgazione della scienza astronomica.
Sul numero di gennaio 2020 di AirPress, il Presidente dell’Istituto Nazionale d’Astrofisica (INAF) Nichi D’Amico ha parlato del Centro Astronomico Internazionale GAL Hassin. “Pasadena premia la Sicilia“: questo il titolo del suo splendido articolo.
Nel pezzo si parla del premio ricevuto dalla prestigiosa The Planetary Society ma anche della capacità del complesso scientifico madonita di fare sistema con altri enti di ricerca nazionali e internazionali. “Ancora prima che il Fly-eye sia operativo, il GAL Hassin già afferma la sua progettualità, proprio nella tematica dei NEO in un contesto internazionale di prestigio” ha scritto il Presidente D’Amico.
Il Fly-eye è un innovativo strumento dell’Agenzia Spaziale Europea che servirà per andare a caccia di asteroidi pericolosi per la Terra. Si tratta di un telescopio con specchio principale sferico e con tante piccole ottiche raggruppate attorno al fuoco del primario per condividere ognuno una fetta di cielo e formare così un quadro complessivo che può arrivare a coprire anche un campo di vista grande 16 gradi, oltre 30 volte il diametro della Luna piena. Il suo nomignolo sembra appropriato e rende giustizia al suo approccio: telescopio “ad occhio di mosca”.
[related layout=”big” permalink=”https://ecoblog.lndo.site/post/171734/clima-e-inquinamento-uk-lancia-satellite-per-mappare-il-metano”][/related]
La sofisticata apparecchiatura impreziosisce il Centro Astronomico Internazionale GAL Hassin, che si compone di un polo didattico-divulgativo, già in esercizio, e di un polo di ricerca, che sta prendendo forma. Quest’ultimo sarà composto da un telescopio riflettore a grande campo sul Monte Mufara, a 1865 metri di quota: quanto basta per farne la stazione osservativa più alta d’Italia.
Il primo strumento destinato all’osservazione è stato denominato Wide-field Mufara Telescope e studierà non solo i pianeti extrasolari dal transito sul disco della stella, ma anche gli asteroidi pericolosi, i detriti spaziali, le onde gravitazionali e le stelle variabili, con il suo specchio primario di un metro di diametro che, per una particolare conformazione dell’ottica adattiva, consentirà di scrutare un grande campo di cielo, 28 volte il diametro della Luna piena (a differenza degli altri telescopi che osservano uno spazio di cielo corrisponde a un diametro di Luna).
Sarà ricerca di frontiera quindi sulle Madonie, anche perché nella vicinanze prenderà forma il già citato telescopio “FlyEye” dell’Agenzia Spaziale Europea, che è un gioiello di grande valore scientifico.