MOBILITA' SOSTENIBILE
As Roma, nuovo stadio a Tor di Valle: quali i rischi legati ad ambiente e mobilità?
Approvato il nuovo stadio dell’As Roma a Tor di Valle: le perplessità ambientali ci sono, ma anche le soluzioni
Entro la stagione 2016/2017 anche l’AS Roma avrà il suo stadio di proprietà: sorgerà a Tor di Valle, località dove c’è già l’Ippocity (una volta si chiamava ippodromo), area nel XII Municipio di Roma Capitale preferita a Torre Spaccata e a Collatina; il progetto è stato così annunciato dal Presidente della As Roma James Pallotta:
Oggi è una giornata speciale per tutti i tifosi e la città di Roma
Ha dichiarato il sindaco Gianni Alemanno (che tempo addietro si è dichiarato tifoso delle squadre romane ma di nessuna in particolare):
Sarei venuto anche a piedi dall’altra parte d’Italia per questo progetto. Ci sono ovviamente delle valutazioni da fare che riguardano la tutela ambientale con l’ansa del Tevere, il potenziamento delle infrastrutture e la chiusura del depuratore che sarà tombato. È un progetto molto importante per città di Roma, un grande vettore di crescita sportiva e non solo
Posto il fatto che la proprietà degli stadi è la direzione necessaria verso la quale il mondo del calcio si sta muovendo (anche se in Italia, Juventus Stadium a parte, siamo piuttosto indietro), la costruzione di uno stadio in città non è mai un’operazione indolore, come già accennato dal sindaco in persona (che deve ancora spiegare la vicenda dell’abbattimento dell’ex Velodromo Olimpico, sempre nel quartiere Eur, che ha disperso una nuvola di amianto in aria), vista sopratutto la svendita di territorio che il Comune di Roma da sempre garantisce ai costruttori (in cambio di ettari di territorio questi ultimi si sono impegnati a costruire la metropolitana, un modo distorto di fare project financing, come dimostrano i risultati, i costi e i ritardi).
C’è innanzitutto la questione consumo di suolo, che a Roma rappresenta un problema decennale mai risolto e che porta ad avere un centro cadente ed una periferia degradata; in secondo luogo c’è l’annosa questione mobilità, un tema che tocca sia i nervi politici che quelli ambientali e civici in una città, Roma, schiava di un traffico caotico (si contano circa 900 auto ogni mille abitanti), a sua volta schiavo della inevitabile carenza di parcheggi.
Chi frequenta lo Stadio Olimpico (indipendentemente dai colori della sua sciarpa) sa perfettamente cosa significa andare allo stadio la domenica: significa dedicarla completamente al pallone, non tanto per passione sportiva quanto per le difficoltà a raggiungere lo stadio e a trovare parcheggio (anche per colpa della sostanziale semi-irraggiungibilità dello stesso con i mezzi pubblici).
Il rischio di un nuovo stadio da 55/60mila posti a Tor di Valle è quindi sopratutto legato alla mobilità: un problema che rischia di far intasare quel quadrante di città (oggi fortemente sottoinfrastrutturato, certamente inadatto a veicolare 20/30mila automobili nello stesso momento); in verità il problema è, e lo diciamo in tempi non sospetti, decisamente risolvibile.
Tor di Valle è servito dai treni della Roma-Lido e dalla stazione Magliana della FR1 (la linea ferroviaria che porta fino all’aeroporto di Fiumicino): è preciso dovere della prossima amministrazione comunale, della società As Roma, della ditta realizzatrice e delle Ferrovie potenziare queste linee di trasporto pubblico, nonchè dell’Atac quello di creare una rete di mezzi pubblici efficienti che permettano ai tifosi di raggiungere lo stadio.
Cosa realizzabile in primis realizzando parcheggi nei punti nevralgici di scambio e disincentivando i romanisti all’uso dell’automobile per andare allo stadio (sono tanti i modi per rendere appetibile il prezzo di 1,5€ a biglietto Atac, basta guardare ad esempi virtuosi come Milano); tuttavia il problema è anche relativo alle linee di trasporto pubblico in quanto tali: la Roma-Lido in particolare ricorda, come caos e invivibilità, il pasticcio Trenord seguito con costante attenzione dai nostri colleghi di 02blog; il problema è che la Roma-Lido è sempre (e da sempre) un disagio.
Il problema è legato molto al versamento degli oneri concessori, ed al loro utilizzo, che il costruttore (Parsitalia di Luca Parnasi, con alle spalle varie polemiche per le torri in zona Castellaccio e per il patrimonio della fu Sogene di Michele Sindona) dovrà versare al Comune: la riqualificazione delle stazioni, dei passaggi pedonali (dalla stazione FR1 Magliana va attraversato il Tevere) e della viabilità pubblica saranno centrali per garantire la vivibilità e la sostenibilità del progetto; perplessità espresse anche da Lorenzo Parlati di Legambiente Lazio:
si tratta di un’operazione che farà di certo bene al patrimonio della squadra, ma sembra molto lontana da qualsiasi interesse pubblico della città
La recente soppressione di ben tre gare pubbliche per l’ampliamento della ferrovia Roma-Viterbo non fa ben sperare per la mobilità pubblica di Roma Capitale mentre preoccupano le recenti 64 delibere urbanistiche per costruire nei prossimi anni la bellezza di quasi 70mila nuovi alloggi: una direzione diametralmente opposta a quello zero consumo di suolo che si è cercato di referendare con RomaSiMuove.
Nessun allarmismo, sia chiaro: tuttavia sono in molti a riservarsi in beneficio del dubbio su questa nuova grande opera.
Via | 06blog