Inquinamento
Ilva, Fabio Riva è stato arrestato a Londra, Clini va a Taranto e aumentano i cassintegrati
Fabio Riva arrestato a Londra e l’azienda pensa di mettere in cassa integrazione altri 1000 operai.
Gli avvenimenti di queste ultime ore ridefiniscono la situazione dell’Ilva di Taranto alla luce di due fatti molti importanti: l’arresto di Fabio Riva vicepresidente Riva Group a Londra e la messa in cassa integrazione di altri 1000 operai il che porterebbe a un totale di 4000 i dipendenti lasciati a casa dall’Ilva, stando a quanto riferisce la Gazzetta del Mezzogiorno. Nel mentre, il ministro per l’Ambiente Corrado Clini oggi è a Taranto per un vertice in Prefettura per presentare Vitaliano Esposito il Garante dell’attuazione dell’AIA e il Commissario per la bonifica dell’area di Taranto, Alfio Pini.
Intanto ieri sera Fabio Riva si è consegnato alle autorità inglesi e dopo aver pagato la cauzione è ora in libertà vigilata. Per lui a breve sarà fissata l’udienza che accoglierà o ricuserà la richiesta di estradizione. Su Fabio Riva vicepresidente del Riva Group pendeva un mandato di cattura europeo emesso dalla Procura di Taranto a seguito dell’inchiesta Ambiente Svenduto per cui il Gip Patrizia Todisco richiese l’ arresto per disastro ambientale a carico dei vertici dell’Ilva di Taranto.
Lo scorso 10 dicembre il gip Todisco ha emesso il mandato di cattura europeo per Fabio Riva nell’ambito dell’inchiesta Ambiente Svenduto contestando i reati di associazione per delinquere finalizzata al disastro ambientale, emissione di sostanze nocive e avvelenamento da diossina di sostanze alimentari. Riva era ricercato dal 26 novembre e il 6 dicembre aveva reso noto con una missiva di essere a Londra dal 27 novembre.
Con l’indagine Ambiente Svenduto ha messo in luce una serie di intricati rapporti della società Ilva per gestire e:
ridimensionare problematiche anche gravi in materia ambientale» sia per consentire allo stabilimento «la prosecuzione dell’attività produttiva senza il rispetto, anzi in totale violazione e spregio», delle norme di tutela ambientale.
Come sottolinea la Gazzetta del Mezzogiorno nelle 500 pagine dell’Ordinanza scritte dal gip Todisco ci sono evidenziati anche i rapporti con la Regione Puglia e del fatto che l’amministrazione regionale:
«invece di imporre misure urgenti» all’azienda, per ridurre l’inquinamento, mette in atto una serie di escamotage «per non risultare inoperosa» di fronte all’opinione pubblica: un’accusa pesantissima quella che il gip di Taranto rivolge al presidente della Regione Puglia, Nichi vendola, che pure non risulterebbe al momento indagato, e alla sua squadra di governo, chiamando in causa anche funzionari e assessori di quella Regione che ha fatto proprio della battaglia ambientale una bandiera. Riportando telefonate e mail e parlando di «numerosi e costanti contatti» tra l’ex grande capo delle relazioni istituzionali dell’Ilva Girolamo Archinà e rappresentanti della Regione, Vendola compreso.
Via | Il Messaggero, Quotidiano di Puglia
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