Agricoltura
Al via a Berlino la Grüne Woche: la Settimana Verde Internazionale, la fiera dell’agricoltura più grande del mondo
Attesi nella capitale tedesca 400mila visitatori per il più importante evento mondiale legato all’agricoltura ed all’ortocultura
Ha aperto i battenti ieri a Berlino la Grüne Woche, la Settimana Verde Internazionale, la fiera agricola più grande ed importante del mondo: 1600 espositori provenienti da 60 paesi, distribuiti su 115mila mq (circa dieci campi da calcio), mostreranno i loro prodotti e tutte le novità in campo agricolo e biologico.
Sotto la neve che sta imbiancando la capitale tedesca sono attesi centinaia di migliaia di visitatori (gli organizzatori stimano 400mila persone), che visiteranno i 26 padiglioni godendo delle prelibatezze più disparate che, dalla Germania all’Italia fino al Sud Sudan, verranno proposte nell’importante fiera agricola.
La prestigiosa Grüne Woche, che ha avuto la sua prima edizione nel 1926 (un anno nero per l’agricoltura dell’ex Repubblica di Weimar), vedrà la partecipazione anche di numerose eccellenze dell’agricoltura e dell’enogastronomia italiana, che hanno letteralmente conquistato i tedeschi (più inclini al Chianti che al Bordeaux): nella sola Berlino i ristoranti italiani sono infatti circa un migliaio.
Da quel lontano 1926 le cose, in Germania, sono profondamente cambiate: all’epoca un quinto della superficie di Berlino era dedicato ad attività agricole e la fiera veicolava fortemente il suo pubblico sul mercato locale; con il passare degli anni si è lentamente trasformata in una vera e propria fiera dell’alimentazione, oltre che dell’agricoltura e dell’ortocultura, che permette agli avventori di spaziare all’interno di una vastissima gamma di proposte gastronomiche differenti.
In tal senso l’Italia presenta alla Settimana Verde Internazionale un vero e proprio esercito di specialisti del settore che, dal Trentino alla Sicilia, proporranno i nostri prodotti tipici nella vetrina più importante del mondo; un’occasione da non perdere visto che i nostri cugini, e sani “rivali” a tavola, francesi hanno sempre saputo vendersi al meglio: lo ha spiegato molto bene il giornalista Roberto Giardina su Italia Oggi:
Hanno un centro a Parigi dove gli importatori stranieri possono trovare tutte le specialità regionali, a cominciare dalle centinaia di formaggi che anche per De Gaulle erano troppi. I tedeschi, quando scendono in Italia, devono andare a caccia dei nostri prodotti che amano, di paese in paese, e i nostri piccoli produttori devono superare problemi che, per loro, sono, a volte, troppo complessi.
Questo rende evidente l’importanza della presenza italiana in questo importante appuntamento internazionale.
Il mercato agricolo tedesco nel solo 2012 ha creato 6500 nuovi posti di lavoro, facendo segnare un aumento del volume d’affari del 3,6%, ma le grandi opportunità occupazionali non hanno comunque impedito, all’apertura della Grüne Woche, forti contestazioni: circa 25mila persone, sabato scorso, si sono presentati ai cancelli della fiera per protestare contro gli allevamenti intensivi in Germania, chiedendo la chiusura e il ridimensionamento di un settore accusato di uno sfruttamento eccessivo di piante, terreni ed animali:
Esportiamo la carne e resta qui il liquame, che fa salire il livello di azoto nelle falde acquifere
ha detto il presidente di Bund (una Ong tedesca per la difesa dell’ambiente), Hubert Weiger.
Polemiche a parte, il Ministro tedesco dell’Agricoltura Ilse Aigner ha spiegato:
siamo di fronte a una svolta: i consumatori non guardano solo più al prezzo, ma anche alla qualità dei prodotti; è quindi importante che l’etichettatura di questi sia chiara
sottolineando quanto la trasparenza sulle etichette sia fondamentale per il settore e dando implicitamente ragione ai manifestanti di sabato scorso (almeno su questa questione).
Via | Grüne Woche
Foto | Flickr