Clima
Il riscaldamento delle città condiziona il clima in un raggio di 1500 chilometri
In Nord America e nell’Asia Settentrionale la temperatura cresce fino a 1° C
Le nostre città sono più calde delle pianure, colline e montagne che le circondano, anzi, il calore che producono d’inverno con il riscaldamento delle abitazioni contribuisce ad innalzare le temperature delle regioni circostanti con un condizionamento della temperatura dell’aria che arriva a oltre 1500 chilometri di distanza.
Lo studio pubblicato recentemente su Nature Climate Change rivela come il calore emanato da abitazioni, fabbriche e autoveicoli nei principali centri urbani dell’emisfero settentrionale condizioni gli equilibri climatici globali e contribuisca al generale innalzamento della temperatura invernale, quantificabile in 1° C nelle aree del Nord America e dell’Asia settentrionale.
Il fenomeno non è soltanto antropico: alcune fra le metropoli più popolate del mondo, infatti, sorgono in corrispondenza di importanti canali di circolazione atmosferici. La corrente a getto polare, per esempio, circumnaviga il pianeta a 8-12 chilometri di altezza, ai limiti della troposfera, venendo interrotta dal calore di origine antropica che trova sul proprio percorso.
Le città più popolose e dispendiose dal punto di vista energetico si trovano lungo la costa orientale e occidentale del Nord America e del continente euroasiatico, sotto i principali canali di circolazione atmosferica spiega
Ming Cai, ricercatore dell’Università della Florida e autore dello studio insieme a Guang J. Zhang e a Aixue Hu.
Il rilascio di questi eccessi di calore causa l’interruzione della normale circolazione atmosferica sopra ai nuclei urbani, causando cambiamenti delle temperature di superficie anche molto lontano dalle regioni in cui questo calore è stato generato.
I ricercatori statunitensi hanno quantificato in 16 terawatt (1 trilione di watt) il consumo energetico del 2006. Di questi, 6,7 terawatt sono stati consumati nelle 86 principali aree metropolitane dell’emisfero nord. Usando simulazioni computerizzate della circolazione atmosferica si è notato come il calore in eccesso abbia condizionato gli effetti della corrente a getto polare.
Il consumo di combustibili fossili, quindi, non condiziona il clima soltanto in maniera indiretta, intervenendo sui gas serra, ma ha un diretto influsso sulle temperature che, a livello globale, corrisponde ad un aumento di un centesimo di grado celsius.
Via I Focus I Nature Climate Change
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