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Impianti chimici: in Italia 1.100 sono a rischio di incidente rilevante

La Sicilia orientale è l’area maggiormente vulnerabile

Si è svolto quest’oggi a Roma il convegno Sicurezza sismica degli impianti chimici a rischio di incidente rilevante, organizzato dall’Enea, un incontro dal quale è emerso come ben 1.100 impianti chimici italiani sorgano in aree a Rischio di incidente rilevante (RIR).

Il problema della sicurezza degli impianti in Italia

ha spiegato Giovanni Lelli, commissario dell’ENEA

è un aspetto che non possiamo affatto sottovalutare, dato che quasi tutto il nostro territorio è esposto al rischio sismico. La consapevolezza della vulnerabilità del nostro territorio richiede una cultura della prevenzione e l’attuazione di interventi di messa in sicurezza, i cui costi sono nettamente inferiori a quelli necessari per la bonifica e la ricostruzione dopo un incidente. Le situazioni più a rischio devono essere valutate in funzione della pericolosità sismica, della vulnerabilità e delle potenziali conseguenze dannose sulla popolazione e sull’ambiente.

Fra le aree più esposte ai rischi vi è quella della Sicilia Orientale con i petrolchimici di Priolo Gargallo (Sr) e di Milazzo (Me). Nell’incontro – patrocinato dalle Accademie dei Lincei e delle Scienze – l’ENEA si è detta disponibile a mettere a disposizione delle istituzioni le competenze tecnico scientifiche maturate, nel corso degli anni, a partire dagli originari programmi nucleari, per mitigare gli effetti di eventuali terremoti, anche attraverso l’applicazione delle tecnologie antisismiche.

Oltre agli aspetti legati agli adeguamenti e, dunque, alla prevenzione, si è discusso anche degli interventi di emergenza, alla presenza, fra gli altri di  Stefano Gresta, presidente dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, e di Armando Zambrano, presidente del Consiglio Nazionale dei Geologi.

Via I Ansa

Foto © Getty Images

 

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