Inquinamento
Rifiuti, l’Europa rivede la direttiva sugli imballaggi
Nella nuova normativa l’Ue specifica cosa è imballaggio e cosa no
E’ stata pubblicata l’8 febbraio scorso sulla Gazzetta Ufficiale dell’Unione Europea la nuova direttiva comunitaria sugli imballaggi: l’obiettivo dichiarato dall’Unione, al fine di una certezza del diritto comunitario in materia e di una corretta interpretazione del termine “imballaggio” la nuova normativa punta a chiarire definitivamente le casistiche più spinose.
Come sempre gli stati membri dovranno ora adeguarsi alla nuova normativa Ue, che entrerà in vigore entro massimo il 30 settembre prossimo, comunicando i testi dei singoli provvedimenti amministrativi ed atti statali a Bruxelles.
Per imballaggio si intende un prodotto di qualsivoglia materiale utile a contenere o proteggere determinate merci, siano esse materie prime, prodotti lavorati o finiti, che ne consentono la consegna dal produttore al consumatore: la direttiva identifica tre tipi differenti di imballaggio.
Imballaggio primario, ovverosia quello concepito e realizzato per essere un’unità di vendita del prodotto.
Imballaggio secondario, concepito per costituire, all’interno del punto vendita, l’unione, il raggruppamento di più unità dello stesso prodotto; relativamente a questo tipo di imballaggio, l’uso finale non è determinante a definirlo: può essere questo usato come semplice logica storage, cioè per esporre comodamente il prodotto nel punto vendita, o essere concepito già per essere venduto come tale.
Imballaggio terziario, ovverosia quello concepito per il trasporto: questo tipo di packaging è concepito e realizzato per manipolare e trasportare un certo numero di “unità di vendita” (non si considerano imballaggi i container utilizzati per il trasporto).
La nuova normativa specifica cosa è considerato imballaggio e cosa no (leggerla, ve lo garantisco, vi regalerà qualche sorriso), rilevando alcuni casi specifici come le grucce per indumenti le quali, se vendute con l’indumento sono considerate imballaggio mentre vendute separatamente no.
Se il fine della direttiva è armonizzare le normative dei singoli paesi membri dell’Ue, e di diminuire l’impatto ambientale causato dagli imballaggi (problema non da poco), assicurando un alto livello di tutela ambientale, certamente la specificità di questa direttiva comunitaria va verso una direzione corretta.
La novità interessante è che tale normativa colpisce tutti gli imballaggi che vengono immessi nei mercati europei, nella speranza così di creare un importante precedente internazionale su un mercato di centinaia di milioni di persone.
Via | Gazzetta Ufficiale dell’Unione Europea
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