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Eternit: il processo d’appello di Torino importante anche per Francia e Belgio
Circa 500 persone si sono presentate al Palagiustizia torinese per la prima udienza
Una decina di pullman sono arrivati di buon mattino a Torino per la prima udienza del processo d’appello all’Eternit. Accanto ad alcune centinaia di italiani, erano presenti circa un centinaio di stranieri, in gran parte provenienti da Francia e Belgio.
L’AFEVA, l’Associazione Familiari e Vittime Amianto presieduta da Romana Blasotti (la donna che ha perso ben cinque familiari a causa di malattie respiratorie provocate dall’amianto) è coordinata da Bruno Pesce, l’uomo che da quasi quarant’anni si batte, insieme al sindacalista Nicola Pondrano, affinché malati e parenti ottengano giustizia.
Ma l’AFEVA non è soltanto un punto di riferimento nazionale: alla sua azione e al processo di Torino guardano con molto interesse anche l’ANDEVA e l’ABEVA, le omologhe associazioni di Francia e Belgio che in occasione della prima udienza dell’appello hanno firmato insieme all’AFEVA un documento nel quale esplicitano quelle che sono le loro aspettative all’inizio del procedimento di secondo grado che, secondo le stime, dovrebbe chiudersi entro giugno: 1) la conferma della sentenza di primo grado “all’altezza della gravità della catastrofe umana ed ambientale che l’Eternit ha provocato a Casale Monferrato, Cavagnolo, Rubiera e Napoli”; 2) l’aiuto dello Stato italiano nelle complesse operazioni di incasso delle provisionali previste dal verdetto del 13 febbraio 2012; 3) la conferma, allo Stato francese, del giudice istruttorio Madame Bertella-Geffroy affinché possa concludere le indagini e approdare al processo penale atteso da 16 anni; 4) la collaborazione dello Stato francese nella ricerca e nel giudizio dei responsabili; 5) una risoluzione positiva dell’appello nel processo civile belga conclusosi con una condanna in primo grado; 6) una sentenza che sia esemplare, non nel senso vendicativo del termine, ma in un’ottica di monito volto a rendere irripetibile una simile catastrofe.
Con la nostra presenza dimostriamo che la democrazia non è una scatola vuota ma è partecipazione
ha dichiarato lo stesso Bruno Pesce. Dalla prossima settimana si riprende con un ritmo di due o tre udienze a settimana.
Via I Comunicato stampa
Foto © Getty Images