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Alimentazione

Farine animali per l’acquacoltura dal 1 giugno 2013

La Ue ammette nuovamente le farine animali per l’acquacoltura.

Tornano le farine animali per alimentare gli animali: dal 1° giugno 2013 potranno essere usate in acquacoltura mentre dal 2014 il permesso sarà esteso per i maiali e i volatili. Il divieto sarà mantenuto per i ruminanti.

Le farine animali furono vietate nel 2001 dopo gli anni della mucca pazza o ESB encefalopatia spongiforme bovina per cui si verificò una crisi sanitaria senza precedenti 400 mila bovini abbattuti e 210 casi di encefalopatia umana. Il motivo a scatenare il morbo fu idividuato nell’uso delle farine animali prodotte con carni e ossa di altri bovini ammalati. Oltre ai bovini si ebbe anche la contaminazione umana che si manifestò con la malattia degenerativa di Creutzfeld-Jacob che ha causato 2 decessi in Italia.

La crisi sanitaria iniziò nel 1997 e le farine animali furono vietate ai ruminanti, il divieto fu poi steso nel 2001 a tutti gli animali. Nel 2012 la Commissione europea decide che è tempo di riammettere le farine animali nell’alimentazione degli animali di allevamento partendo dai pesci. Perché? Sembra che i mangimi di origine vegetale siano diventati troppo cari.

La Commissione Europea afferma che le farine non sono pericolose. Beninteso sulla carta, ma chi garantisce che queste siano esenti da proteine patogene come d’altronde è già avvenuto?

Bruxelles, è da sottolineare, ha espresso un parere e non un obbligo e dunque l’Italia potrebbe anche non sottoscriverlo e non accettarlo. Peraltro si deve prestare molta attenzione al fatto che non si verifichino alimentazioni cannibale, ossia che siano fornite farine di provenienza animale diversa dall’animale di destinazione: ai suini andranno farine a base di pollo e non di maiale, ad esempio. Secondo molti pareri i requisiti sanitari non sarebbero ancora del tutto affidabili e il rischio di BSE si potrebbe ripresentare.

Via | Consoglobe
Foto | Flickr

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