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Costano 200 miliardi di euro le rinnovabili per Assoelettrica e Aper risponde con 300 miliardi di euro in benefici

Assoelettrica presenta il conto dei costi delle rinnovabili: 200 miliardi di euro per i prossimi 20 anni; Aper risponde con i benefici pari a 300 miliardi di euro.

Assoelettrica rende noti i costi delle rinnovabili in Italia per i prossimi 20 anni: 200 miliardi di euro. Bazzecole rispetto alla stima fatta da governo tedesco che valuta la transizione delle Germania verso le rinnovabili a 1000 miliardi di euro e anche li siamo in periodo pre-elettorale considerato che le elezioni ci saranno il prossimo settembre.

I due annunci, Assoelettrica e Merkel-Altmaier, però contengono un medesimo minaccioso messaggio: le energie rinnovabili costano care. Monito evidentemente rivolto agli elettori e anche a quei partiti politici, come nel caso dei fortissimi Verdi in Germania che stravincono in tutte le elezioni. In entrambe le stime però manca una voce nel bilancio ovvero i benefici, insomma quanto si guadagna.

Risponde e quantifica Aper che scrive in un comunicato stampa:

Le stime più prudenti (cfr. Althesys) indicano in almeno 30 miliardi di euro il saldo tra benefici e costi delle politiche già varate (altre stime più ottimistiche arrivano fino a 76 miliardi). Vale a dire che a fronte dei 220 miliardi di euro che gli Italiani avranno investito nel periodo 2008-2030, il Paese avrà benefici per quasi 300 miliardi. E, si badi, si tratta di stime che non tengono in considerazione gli impatti sicuramente positivi che lo sviluppo delle rinnovabili ha sul sistema sanitario nazionale e sull’ambiente (meno malattie dovute alle emissioni inquinanti e ad effetto serra). Peraltro i costi, noti da tempo, sono stati “messi in sicurezza”, come la stessa Assoelettrica evidenzia, dai decreti del ministro Passera dello scorso luglio, che ha fissato chiari limiti di spesa massima annuale.

Ma i benefici esattamente quali sono? Eccoli:

  1. l’aumento dell’indipendenza energetica nazionale (meno gas, petrolio e carbone importati);
  2. la diminuzione dei costi che dovranno sostenere gli impianti termoelettrici nell’ambito del sistema europeo ETS sui diritti d’emissione (costi che pesano sulle bollette);
  3. l’incremento del PIL (le energie rinnovabili generano più ricchezza delle fossili per il Paese) fino ad una rilevante crescita occupazionale non solo quantitativa, ma anche qualitativa.

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