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Animali

Ucciso nei Grigioni l’orso M13: proteste in rete e da parte delle associazioni ambientaliste

Alla fine hanno vinto i “falchi” del canton del Grigioni e l’orso M13 è stato ucciso (1). La sua colpa? Essere stato un po’  esuberante ed essersi troppo avvicinato agli insediamenti umani.

Immediate sono state le proteste delle associazioni ambientaliste italiane (l’orso era un “frontaliero” e soggiornava anche in Italia) come ENPA, che ha inoltrato una nota di protesta all’ambasciatore svizzero e Legambiente che ha chiesto alle autorità internazionali competenti che il comportamento della Svizzera venga adeguatamente censurato e sanzionato.

Anche gli utenti della rete, dopo essersi mobilitati lo scorso novembre per salvarlo, oggi hanno protestato con vigore.

Anche nella precisa Svizzera esiste un po’ di confusione sulla corretta procedura da adottare in casi come questi, oltre a una significativa divergenza di opinioni tra autorità cantonali e federali.
L’ispettore grigionese della caccia Georg Brosi, responsabile dell’uccisione, ha infatti dichiarato in modo piuttosto allarmistico: «Non ha più alcun rispetto per le persone».

Di ben diverso avviso è invece l’ispettore federale Reinhard Schnidrig, che in questo video della televisione Svizzera afferma che «parlare ora di abbattimento sarebbe davvero fuori luogo. Le persone devono sviluppare un senso di rispetto nei confronti di questo animale, che ora si trova sull emontagne, lontano dai centri abitati»

Come ricorda l’ENPA, M3 non aveva mai aggredito nessuno e la sua unica colpa è stata quella di non avere paura dell’uomo. «Perché tutta questa fretta di ucciderlo?» si chiedono giustamente.

Cinque anni fa, sempre nel Cantone dei Grigioni venne ucciso l’orso JJ3, anch’esso bollato ingiustamente con l’etichetta di pericoloso.

(1) Credo che occorra introdurre correttezza e rispetto per gli animali anche nella lingua italiana. Per questo ho scritto “ucciso” invece che “abbattuto”

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