Agricoltura
Dieta mediterranea, un toccasana per il cuore
Il consumo di olio, pesce, frutta, legumi e vino diminuisce del 30% il rischio di problemi cardiovascolari
L’ennesima conferma della salubrità della dieta mediterranea arriva da uno studio dell’Università di Barcellona, recentemente pubblicato sul New England Journal of Medicine. Secondo la ricerca dell’ateneo iberico, un’alimentazione fondata sul consumo di noci, legumi, pesce, frutta e verdura, con condimenti a base di olio e una quantità non eccessiva di vino, migliora lo stato di salute, riducendo del 30% il rischio di infarto, ictus e malattie cardiache.
Lo studio è stato condotto su di un campione di 7447 persone di età compresa fra i 55 e gli 80 anni (57% donne) e con fattori di rischio quali l’essere fumatori, ipertesi o diabetici. I volontari sono stati divisi in tre gruppi: 1) dieta senza grassi, 2) dieta mediterranea (tre porzioni di frutta e verdura al giorno), 3) dieta mediterranea (due porzioni di frutta e verdura quotidiane). Dopo cinque anni si è constatato come i volontari soggetti alla dieta mediterranea avessero ridotto del 28% il rischio di malattie grazie al consumo quotidiano di olio e come anche il consumo di legumi, pesce e frutta secca avesse migliorato lo stata di salute delle persone messe a dieta.
Secondo il dottor Ramòn Estruch dell’Hospital Clinic di Barcellona, leader del team di ricerca, la dieta mediterranea non è soltanto (come si sapeva da molto tempo) consigliabile, ma è anche, statistiche alla mano, la principale prevenzione per problemi di tipo cardiovascolare.
Oltre a conquistare le pagine del New England Journal of Medicine, i risultati dello studio hanno attirato l’attenzione dell’American Heart Association. Nella “geopolitica” dell’alimentazione sana, i Paesi mediterranei restano all’avanguardia in virtù di una tradizione ultramillenaria basata su olio, vino e cereali, alimenti che non fanno parte (o sono minoritari) rispetto alla tradizione alimentare di matrice anglosassone che privilegia grassi e proteine e nella quale la “risposta” al trittico mediterraneo è rappresentata da burro, birra e carne.
Via I New England Journal of Medicine
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