Acqua
Arsenico nell’acqua. Ultimatum del sindaco di Capranica: “O si fanno i potabilizzatori o si chiude”
In Lazio realizzati soltanto 3 dei 33 dearsenificatori che dovranno essere ultimati entro giugno
L’emergenza arsenico in Lazio continua. Dal 1° gennaio 2013 sono centinaia i comuni del Lazio che hanno dovuto revocare la potabilità dell’acqua ai propri cittadini. I ritardi nei tempi di realizzazione dei dearsenificatori hanno spinto Angelo Cappelli, sindaco di Capranica, a una dichiarazione che sa di ultimatum:
Da noi si è bloccato tutto un’altra volta, ma se i potabilizzatori non saranno pronti entro il 30 giugno, i comuni con concentrazioni oltre 20 microgrammi per litro dovranno chiudere gli acquedotti.
Già perché per disporre dell’acqua potabile (come ricordava Andrea Spinelli qualche settimana fa), gli abitanti di molti comuni laziali sono costretti a recarsi alle autobotti. Come in un Paese del Terzo Mondo.
Le ordinanze sulla non potabilità non si possono rinnovare. Capranica è uno dei comuni in maggiore sofferenza con una concentrazione che supera i 20 microgrammi per litro laddove il limite consentito dalla legge è di 10 microgrammi per litro. A pagare o, meglio, a dover pagare è la Regione Lazio che da dicembre ha chiuso i rubinetti dei finanziamenti e, il 28 dello stesso mese, nel pieno delle festività natalizie, ha informato i comuni laziali sulle scadenze dei lavori di realizzazione dei dearsenificatori: entro giugno 2013 quelli per i comuni sopra i 20 microgrammi per litro, entro dicembre 2014 quelli per i comuni fra i 10 e i 20 microgrammi per litro.
Sulla base dei principi di massima precauzione, e considerati i rischi che potrebbero derivare dall’interruzione totale dell’approvvigionamento idrico,
si legge nell’informativa dello scorso dicembre,
ogni Comune emanerà apposita ordinanza con efficacia dal 1 gennaio 2013 per un periodo di tempo il più possibile limitato e comunque non oltre le scadenze stabilite.
I comuni con valori sopra i 20 microgrammi di arsenico per litro sono 16 e i dearsenificatori necessari sono 33. Finora ne sono stati realizzati tre. Le prossime quindici settimane rischiano di diventare una corsa contro il tempo. Perché non ci saranno altre proroghe. O si trova il modo di fare gli impianti e potabilizzare l’acqua o dai rubinetti di molti comuni laziali rischia di non uscire più l’acqua.
Via I Il Messaggero
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