Biciclette
Emissioni di CO2, carbon tax sulle biciclette: shock in Usa
Per la serie “ci manca solo che tassino l’aria che respiriamo”, la proposta shock dello Stato di Washington, negli Usa, sicuramente farà discutere: è stato infatti proposto imporre una carbon tax di 25$ sulle biciclette che costano più di 500$.
La motivazione addotta per giustificare questa nuova imposta fa discutere molto in America:
I ciclisti non contribuiscono alla circolazione stradale e, inoltre, hanno un tasso di respirazione elevato che provoca più emissioni di CO2 di una persona che guida una moto o un automobile
ha detto Ed Orcutt, membro del Comitato Trasporti dello Stato ed esponente del Partito Repubblicano. Tax on a bike dunque, la proposta incredibile, in un America contraddittoria (come sempre) e ancora confusa sul suo futuro (se verde, grigio o nero), ha fatto arrabiare parecchi cittadini dello Stato di Washington, sempre più sensibili all’ambiente e per questo motivati (in America, e anche in Italia, è ormai una moda) a muoversi in bicicletta.
Orcutt avrà studiato probabilmente le statistiche dello European Cyclists Federation, che ha calcolato in 21g al chilometro la CO2 emessa da un ciclista urbano medio; tuttavia avrà dimenticato che, nella stessa statistica, si calcola che un pilota di auto sicuramente produrrà meno CO2, ma il problema a quel punto diventa l’auto, che in media emette 271g di CO2 al chilometro; Orcutt ha inoltre ammesso di
non aver fatto alcuna analisi in merito
ma che basterebbe ragionare per capire che l’aumento del battito cardiaco e della richiesta di ossigeno nel corpo di chi pedala, inevitabilmente aumenta anche la produzione di anidride carbonica.
Nella categoria “difesa dell’indifendibile” dunque, il politico americano si colloca decisamente in una buona posizione; la storia è iniziata quando il blog Cascade Bicycle Club ha pubblicato la risposta di Orcutt al proprietario di un negozio di bici, Dale Carson, che gli chiedeva in una email il perché tassare del 5% in più le biciclette aventi un costo superiore ai 500$; nella sua riposta Orcutt ha spiegato che non è vero che il ciclista non inquina, anzi, inquina di più di chi guida una macchina.
Una tassa del genere, secondo il politico, serve a far pagare ai ciclisti il loro costo sociale ed ambientale, nonché il costo della realizzazione e della manutenzione delle piste ciclabili che oggi, secondo Orcutt, viene coperto solo dagli automobilisti: in base al principio “chi inquina paga”, anche gli amanti dei pedali devono dare il loro contributo al pianeta.
Di fronte ad una risposta del genere Carson non ci ha visto più ed ha inviato lo scambio di email ad alcuni blog tematici che hanno fatto esplodere il piccolo scandalo.
Le polemiche piovute addosso ad Orcutt sono state feroci, a tratti irriferibili (e, forse, gli epiteti sono gli stessi che state pensando voi): lo stesso repubblicano è tornato sulle sue posizioni in una email di scuse, pubblicata su Seattle Bike Blog:
Mi scuso per quanto espresso nella mia email. […] ammetto di essere stato un po’ troppo sopra le righe nella mia risposta, gli argomenti usati non dovrebbero entrare in una conversazione sulle biciclette. Ho sempre sostenuto che andare in bicicletta immette in atmosfera meno emissioni di carbonio rispetto alle automobili, il punto era che non necessariamente è un’attività a ‘zero-emissioni’ […] ma non era un punto degno di menzione.
In secondo luogo voglio precisare che non ho mai proposto, nè ho intenzione di proporre, una carbon tax sulle biciclette […] la tassa sulle biciclette dal costo superiore ai 500$ è un aspetto, che io sostengo, del piano d’imposta democratico. […] ho sentito le richieste dei membri della comunità ciclistica chiedere più soldi per le infrastrutture ciclabili, e per questo sono disposto a prendere in considerazione una tassa del genere. […] Mi scuso ancora con ogni inconveniente e per ogni disguido creatosi a fronte della mia linea sulla carbon tax.
L’idea del sottoscritto? Parafrasando una massima di La Rochefoucauld, di biciclette e ciclabilità “nel bene o nel male, purchè se ne parli”.
Via | Cascade Bicycle Club