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Jean Paul Belmondo contro le corride

Il divo francese ha aderito alla Alliance anti-corrida che riunisce intellettuali e uomini di spettacolo contrari alla tauromachia

A quasi 80 anni (li compirà il prossimo 8 aprile) Jean Paul Belmondo continua a essere uno dei divi più amati di Francia. Anche se di film non ne gira quasi più, la sua fama è tale da amplificare ogni sua presa di posizione. Ecco allora che la sua adesione al comitato d’onore dell’Alleanza anti-corrida diventa subito notizia. Prima di lui si erano iscritti i colleghi Anouk Aimée e Jean Rochefort, il cantante Renaud e il filosofo Michel Onfray, ma il nome di Bébel basta da solo a fare notizia e a promuovere la causa del movimento contro la tauromachia.

Sapere che questo nome prestigioso sostiene la causa anti-corrida è il segno di una mobilitazione sempre maggiore contro la corrida, spettacolo di altri tempi e destinato a scomparire

ha fatto sapere Claire Starozinski, portavoce del movimento. 

Già perché nonostante l’abolizione della corrida nelle Canarie (nel 1991) e in Catalogna (a partire dal 2012), la tauromachia continua a essere praticata anche in Francia, nelle arene di  Aquitania, Midi Pyrenées, Languedoc-Roussillon, e Provenza. Le plazas de toros più famose sono quelle di Arles (una specie di mini Colosseo che in epoca romana accoglieva spettacoli di gladiatori) e di Nimes, teatro dei festejos taurinos. In tutto le località che ancora ospitano questo tipo di spettacoli sono 47, praticamente tutte nel Midi. Nel 2011 il Governo francese ha addirittura riconosciuto la corrida come “bene d’interesse culturale. Oltre che nel sud della Francia e in Spagna (escluse Catalogna e Canarie), le corride si svolgono anche in Portogallo. E in ognuno di questi Paesi non mancano le proteste dei gruppi ambientalisti.

Foto © Getty Images

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