Inquinamento
Rifiuti di Roma, il Tar: sì a Monti dell’Ortaccio
Proprio poche ore prima la probabile conferma del deferimento dell’Italia alla Corte di giustizia per il “fallimento totale” nella gestione dei rifiuti del Lazio, il Tar si è pronunciato sull’invaso di Monti dell’Ortaccio: via ai lavori ma no ai rifiuti.
La sentenza del Tribunale amministrativo è giunta dopo che Roma Capitale aveva presentato un ricorso ed ha in parte stupito, e confuso, molti: il Co.La.Ri. (consorzio rifiuti che fa capo al proprietario della discarica di Malagrotta Manlio Cerroni) potrà proseguire con i lavori ma dovrà produrre ulteriore documentazione, come ad esempio uno studio idrogeologico aggiornato nel quale sia evidente in modo inequivocabile l’assenza di rischio di inquinamento della falda.
Una richiesta che fa pensare che i giudici amministrativi non abbiano commissionato alcun sopralluogo a Monti dell’Ortaccio, al centro del cui invaso c’è un laghetto. Polemiche sterili a parte, nella sentenza del Tar c’è un’ulteriore precisazione al Co.La.Ri.: questi, pur potendo proseguire e terminare con i lavori, non avrà la possibilità (almeno per ora) di smaltirci i rifiuti.
Monti dell’Ortaccio, che nelle intenzioni di molti (tra cui proprio Cerroni) sarebbe il futuro dello smaltimento dei rifiuti di Roma dato che con la chiusura di Malagrotta in giugno il nuovo invaso accoglierebbe i rifiuti speciali non pericolosi trattati dagli impianti di Tmb sparpagliati nella Regione Lazio.
Insomma, riprendendo le prescrizioni dell’Aia del 27 dicembre 2012, il Tar ha stabilito
di decidere definitivamente sulla domanda cautelare presentata dopo una nuova udienza, che si terrà a seguito della presentazione, a cura del Co.La.Ri., di un modello idrogeologico sull’area comprendente l’impianto, da cui risulta l’assenza del pericolo di inquinamento della falda. […] fino all’esito di tale nuova udienza, i rifiuti non potranno essere comunque conferiti nella nuova discarica.
Il sindaco Gianni Alemanno ha così reagito al pronunciamento del Tar:
Sentenza contradditoria del Tar del Lazio, che in ogni caso non autorizza l’impianto di una discarica a Monti dell’Ortaccio. Ci attendiamo da parte del Ministro e del Commissario straordinario all’emergenza rifiuti un intervento definitivo che escluda una discarica a poche centinaia di metri da Malagrotta.
senza però suggerire cosa, dove, come, quando e perchè. Come abbiamo già scritto, roba da campagna elettorale.
Una questione che continua a restare aperta ma che viene osteggiata da tutti. In primis dal Ministro dell’ambiente Corrado Clini, che di Monti dell’Ortaccio non vuole proprio sentire parlare e che sta concentrando tutte le sue forze sugli impianti di trattamento meccanico biologico nella Regione, che vanno portati a regime:
Se tutto ciò che abbiamo concordato avviene, l’11 aprile si terminerà col conferimento di rifiuti non trattati nella discarica di Malagrotta.
Cosa che scongiurerebbe la milionaria multa europea, di questi tempi un vero terremoto per i salvadanai pubblici mezzi vuoti; terminata la Pasqua sarà dunque tempo di resurrezione? Sono in pochi a crederci: la battaglia in Regione tra il Ministero dell’Ambiente e le amministrazioni locali è apertissima, così come vive sono le contraddizioni tra quanto dichiara il ministro e quanto invece sostiene il commissario all’emergenza Goffredo Sottile; ci sono le procedure d’infrazione europee (emblematiche di quanto Bruxelles si fidi delle promesse tricolori in materia) e i decreti impugnati alla Corte costituzionale, i ricorsi al Tar da sbrogliare e gli interessi economici milionari di un monopolista che vede scricchiolare il proprio business trentennale.
Ci sono gli impianti che funzionano a singhiozzo e restano sottoutilizzati, la percentuale di differenziata più ridicola di una capitale europea.
Nel frattempo ieri è stato divulgato il nome del prossimo assessore ai rifiuti della Regione Lazio, nominato dal neo-Presidente Nicola Zingaretti: si tratta di Michele Civita, già assessore alle Politiche del Territorio e Tutela ambientale Provincia Roma, al quale non si possono non rivolgere i migliori auguri, vista la spinosa matassa che dovrà sbrogliare.