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Pneumatici Fuori Uso (PFU): firmato l’accordo tra Ministero dell’Ambiente ed Ecopneus
Il Ministero dell’Ambiente e la società non lucrativa Ecopneus hanno firmato, questa mattina, un accordo volontario di carbon footprint, per la definizione di un sistema specifico di monitoraggio, riduzione e neutralizzazione dei rischi derivanti dal carbonio per i manufatti realizzati con Pneumatici Fuori Uso (PFU).
Di Ecopneus vi abbiamo già parlato lo scorso 22 febbraio, dandovi la notizia di una sperimentazione di un nuovo tipo di miscela per asfalti nella Provincia autonoma di Bolzano: aggiungendo al tradizionale bitume la gomma ricavata dal riciclo dei pneumatici arrivati a fine vita sono stati riscontrati miglioramenti sotto il profilo della durata del manto, della resistenza agli agenti atmosferici e della rumorosità dei veicoli in transito, che ha fatto letteralmente crollare l’inquinamento acustico.
Una sperimentazione che deve aver convinto il Ministero dell’Ambiente a rivedere il sistema di smaltimento dei Pneumatici Fuori Uso (PFU):
L’Accordo siglato con Ecopneus si inserisce tra le iniziative di eccellenza della collaborazione pubblico-privato promosse dal Ministero dell’Ambiente nell’ambito del programma sulla valutazione dell’impronta ambientale, ovvero la quantità totale di gas serra emessi per la realizzazione di un prodotto o di un servizio, alla quale partecipano un centinaio di aziende Italiane di diversi settori industriali. […] della durata di 12 mesi, ha come obiettivo primario, la definizione di una metodologia di calcolo dell’impronta di carbonio applicabile all’intero settore relativo alla produzione di manufatti realizzati con gomma derivante da recupero di PFU e prevede l’individuazione di una serie prodotti realizzati con materiale derivante da recupero e riciclo di PFU oggetto dell’analisi dell’impronta di carbonio, l’analisi dell’impronta di carbonio nelle diverse fasi del ciclo di vita dei prodotti individuati e l’individuazione delle possibili misure da attuare per ridurre le emissioni nel ciclo di vita dei prodotti individuati e neutralizzarle.
Ecopneus, una società senza scopo di lucro, si occupa dal 2011 della gestione dei PFU in Italia; in base al decreto ministeriale 82/11 la società gestisce PFU generati in fase di sostituzione dei pneumatici nel mercato del ricambio, curandone la raccolta, la successiva frantumazione e l’avvio al recupero. Socie di Ecopneus sono ben 62 tra imprese, multinazionali ed importatori nel settore pneumatico, tutte con un’unico obiettivo:
la massima valorizzazione dei PFU e creare le condizioni idonee allo sviluppo in Italia di un moderno comparto industriale del riciclo di questi materiali.
ha dichiarato questa mattina Giovanni Corbetta, Direttore Generale di Ecopneus; le 350.000 tonnellate di pneumatici che ogni anno arrivano a fine vita sono dunque una vera risorsa, ed Ecopneus ne gestisce quasi l’80%; le applicazioni dei materiali derivanti dai processi di lavorazione dei PFU sono molteplici:superfici per attività sportive (come ad esempio i campi da calcetto indoor), asfalti stradali con bitume modificato, materiali isolanti per il settore edile (per l’isolamento termico ed acustico), cordoli, spartitraffico, rallentatori e delimitatori di corsie, insomma gli usi a posteriori dei pneumatici esausti sono moltissimi.
Il recupero degli pneumatici usati e il loro riutilizzo sotto forma di materia e di energia dà un contributo importante al miglioramento dell’ambiente.
ha dichiarato il ministro Corrado Clini alla presentazione dell’accordo.
Via | Ministero dell’Ambiente
Foto | Flickr