Ecomafie
Rifiuti di Roma, nel frusinate si alzano le barricate
I primi camion carichi di rifiuti da lavorare negli impianti di trattamento meccanico biologico (Tmb) di Colfelice (Fr), provenienti da Roma, hanno incontrato ad attenderli un presidio di abitanti della zona, che protestavano per l’arrivo dell’immondizia della Capitale nel loro territorio: i bastimenti dell’Ama sono stati bloccati al loro ingresso, fino a quando le forze dell’ordine non hanno convinto i cittadini a desistere.
E’ cominciato con molto dissenso il periodo di transizione che dovrebbe portare Roma fuori dall’emergenza rifiuti che la attanaglia: con la chiusura di Malagrotta entro pochi mesi (argomento già entrato in campagna elettorale, come prevedibile) il Ministero dell’Ambiente ed il Commissario straordinario all’emergenza rifiuti stanno giocando le ultime carte per evitare gli spaventosi rifiuti in strada.
Più di cento persone attendevano i primi camion carichi di quei rifiuti che Roma non è in grado di trattare, a causa della carenza impiantistica; ieri sera la decisione, per tutti, di bloccare i camion Ama al loro arrivo:
siamo molto dispiaciuti e amareggiati per l’insistenza dimostrata dal ministro Clini e dal commissario Sottile, che hanno voluto questo trasferimento di rifiuti nel nostro sito. Gli abitanti stanno manifestando in modo pacifico per dire ancora una volta no all’invio dell’immondizia dalla Capitale.
ha spiegato stamattina il sindaco di Colfelice Bernardo Donfrancesco, che a suo tempo aveva presentato anche un ricorso al Tar, poi rigettato.
Il timore di tutti è che la Ciociaria diventi l’immondezzaio di Roma, che nel passato (almeno dagli anni ’60 ad oggi) ha dimostrato poca serietà e lungimiranza nelle politiche sui rifiuti; la realtà dei fatti, almeno sulle carte ufficiali, è però diversa: i rifiuti inviati da Roma a Colfelice, come ribadito più volte anche dal ministro Corrado Clini, sono necessariamente destinati a tornare indietro, al mittente, per finire nella fogna di Malagrotta.
“E allora che cambia?” si chiederanno, giustamente, in molti? Cambia che per la prima volta in 30 anni Roma comincerà a rientrare nella legalità: in base alle normative europee infatti i rifiuti possono essere conferiti in discarica solo come trattati e non più come “talquale”, cosa non fatta mai da Roma Capitale.
La conseguenza di questa inefficienza è il deferimento alla Corte di giustizia Ue, che ha pronta una multa da un milione di euro al giorno per il modo con cui viene gestito il ciclo dei rifiuti nella Regione Lazio.
Domani si terrà una seconda manifestazione, ad Albano (Rm), cittadina dei Castelli Romani dove il Tar recentemente ha dato il via libera per i lavori dell’inceneritore, ed una terza a Capua (Ce), ove gli abitanti protesteranno contro il gassificatore.
L’obiettivo dei comitati è una mobilitazione transregionale
contro la logica delle discariche e degli inceneritori.
In un primo momento qualcuno aveva dato notizia che anche nella Valle Galeria si sarebbe tenuto un corteo: la notizia però è stata smentita dagli stessi abitanti della zona di Roma ove è presente la grande discarica di Malagrotta.
Noi abbiamo scelto di non aderire a questa iniziativa visto che il nostro obiettivo è stato quello di arrivare all’apertura di dialogo istituzionale con la Regione Lazio, con dei punti di richiesta che prevede l’archiviazione definitiva di Monte dell’Ortaccio, con l’individuazione di un sito residuale fuori della Valle Galeria.
Manifestare nella Valle Galeria per dire no discariche in questo momento lo trovo contraddittorio.
Stiamo combattendo per la chiusura di Malagrotta e la definitiva eliminazione di Monti dell’Ortaccio.
Ritenere che oggi in questa situazione catastrofica non serva un sito alternativo residuale, lo trovo per quanto riguarda la linea del nostro movimento incoerente.
ha scritto Angelo Vastola su Facebook questa mattina.