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Acqua

Acque con 166 pesticidi diversi, le analisi nel rapporto ISPRA

Salgono a 166 i tipi di pesticidi rilevati nelle acque italiane e la macroarea più contaminata è la pianura padano -veneta.

Acque superficiali e acque sotterranee sempre più inquinate dai pesticidi. L’ISPRA che ha appena pubblicato il Rapporto nazionale pesticidi nella acque ne ha contati 166 diversi e ha calcolato che il 13,2% delle acque superficiali ha livelli di tossicità superiori ai limiti e pericolosi per gli organismi acquatici. Nel 2010 sono stati trovati residui di 166 tipologie di pesticidi per il 55,1% nei 1.297 punti di campionamento delle acque superficiali e per il 28,2% nei 2.324 punti delle acque sotterranee. Nel biennio 2007-2008 furono rilevati 118 pesticidi.

I veleni che contaminano le acque italiane provengono dall’agricoltura e sono per lo più residui di fitosanitari e biocidi. Si consideri che ad esempio si usano circa 140 mila tonnellate di fitosanitari all’anno per una diffusione nelle acque e nell’ambiente di 350 sostanze diverse. Risulta fortemente contaminata la pianuta padano-veneta sia a causa delle caratteristiche idrogeologiche sia per la forte presenza di agricoltura intensiva, anche se a ffronte di un aumento dei controlli al Sud stanno emergendo sacche di inquinamento significative.

Veniamo alla presenza di miscele: le analisi hanno rilevato 23 sostanze diverse in un solo campione, ma mancando però dati sperimentali sugli effetti delle miscele si pensa che il rischio sia sottostimato e dunque ISPRA invita a tenere in considerazione anche quei livelli di contaminazione giudicati minimi. E mette in guardia anche rispetto alla velenosità per l’uomo:

Le sostanze concepite per combattere organismi nocivi, infatti, sono potenzialmente pericolose anche per l’uomo. La rete ambientale è finalizzata alla salvaguardia degli ecosistemi acquatici e non al controllo delle acque utilizzate per scopo potabile, ma, queste ultime, spesso attingono agli stessi corpi idrici e l’uomo un’esposizione indiretta ai contaminanti, attraverso, ad esempio, la catena alimentare.

Sul mercato arrivano sempre nuove sostanze e appunto come fa notare ISPRA non conosciuamo gli effetti di queste nuove combinazioni tra componenti diversi che si vanno a mescolare nelle acque. Al momento sono stati riscontrate molto diffusamente e comunemente i seguenti pesticidi:

glifosate, AMPA, terbutilazina, terbutilazina-desetil, metolaclor, cloridazon, oxadiazon, MCPA, lenacil, azossistrobina.

Nelle acque sotterranee sono stati trovati:

bentazone, terbutilazina e terbutilazina-desetil, atrazina e atrazina-desetil, 2,6-diclorobenzammide, carbendazim, imidacloprid, metolaclor, metalaxil

Resta diffusa la contaminazione da erbicidi triazinici quali la terbutilazina e sono state trovate anche sostanze da tempo fuori commercio come l’atrazina e la simazina, il che ci dice che i tempi di assorbimento non sono assolutamente da tenere in considerazione.

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