Cronaca ambientale
La legge salva Ilva è legittima, respinti i ricorsi dalla Corte costituzionale
La legge Salva Ilva è costituzionale, è questa la decisione della Corte Costituzionale che respinge i ricorsi presentati dai giudici di Taranto
La Corte Costituzionale, secondo le prime immediate notizie avrebbe dichiarato inammissibili e infondati i ricorsi sulla legittimità sollevate dal Gip Patrizia Todisco e dal Tribunale di Taranto nel merito della legge Salva Ilva. A quanto si apprende, la Corte avrebbe dichiarato in parte inammissibili e in parte infondate le questioni di illegittimità sollevate dal Gip e dal Tribunale di Taranto sulla legge salva-Ilva. Ma sono attese le comunicazioni ufficiali della Corte in merito alle motivazioni, poiché sarà evidentemente, la loro lettura a spiegare l’analisi a sostegno della legittimità riconosciuta.
La Corte scrive nel comunicato stampa:
La decisione è stata deliberata, tra l’altro, in base alla considerazione che le norme censurate non violano i parametri costituzionali evocati in quanto non influiscono sull’accertamento delle eventuali responsabilità derivanti dall’inosservanza delle prescrizioni di tutela ambientale, e in particolare dell’autorizzazione integrata ambientale riesaminata, nei confronti della quale, in quanto atto amministrativo, sono possibili gli ordinari rimedi giurisdizionali previsti dall’ordinamento. La Corte ha, altresì, ritenuto che le norme censurate non hanno alcuna incidenza sull’accertamento delle responsabilità nell’ambito del procedimento penale in corso davanti all’autorità giudiziaria di Taranto.
Dunque è stata naturalmente valutata la formalità piuttosto che le conseguenze.
Ciò vuol dire che nell’area a caldo si potrà continuare a produrre e sopratutto che sarà messo in vendita l’acciaio posto sotto sequestro, che fu considerato in un certo senso “corpo del reato”.
Intanto a Taranto la delusione è forte: appena domenica 7 aprile una grande manifestazione sostenuta anche dai medici della città ha attraversato le strade chiedendo di fermare l’Ilva, mentre ieri sono stati diffusi i dati da avvelenamento da piombo nei bambini che vivono nell’area industriale dell’Ilva:
Allo scopo di avere un indizio sulla esposizione al piombo dei bambini che vivono nell’area industriale di Taranto è stata valutata la piombemia di nove bambini tra i 3 e i 6 anni di età residenti a Statte. I bambini avevano valori che andavano tra 22 e i 36 microgrammi/dl di piombo nel sangue.
Oggi le associazioni ambientaliste e cittadine sostenute dai medici erano a Roma per manifestare, ma evidentemente è stato tutto inutile. Resta però ferma la data del 14 aprile allorché i tarantini sono chiamati alle urne per rispondere a 2 quesiti del referendum consultivo per chiudere sostanzialmente l’Ilva. Il parere dei cittadini sebbene non sia vincolante esprimerà evidentemente una volontà popolare: resta da capire se la politica riuscirà a cogliere il segnale.
Foto | Apertura Scrimieri Fabio su FB, Stefania Divertito su FB