Inquinamento
Referendum Ilva di Taranto, niente quorum: risultati definitivi
Circa 30.000 tarantini, secondo quanto calcolato da Angelo Bonelli dei Verdi, si sono recati alle urne quest’oggi per pronunciarsi nel referendum su Ilva.
I numeri, molto bassi a dire la verità, impediranno il raggiungimento del quorum: con il 19.55% degli aventi diritto alle urne infatti la consultazione non avrà alcun esito e si procederà con i “piani” ufficiali, che tanto stanno facendo discutere; alla consultazione, chiusasi alle 22 di domenica 14 aprile, avrebbero dovuto votare più di 173.000 cittadini.
Aggiornamento 15 aprile 2013 – ore 11.30
Risultati definitivi: si è recato alle urne il 19,55% (33.838 persone) degli aventi diritto.
Al primo quesito, “Volete voi cittadini di Taranto, al fine di tutelare la vostra salute nonché la salute dei lavoratori contro l’inquinamento, proporre la chiusura dell’ acciaieria Ilva?”, hanno risposto SI l’81,29% dei votanti e NO il 17,25%.
Al secondo quesito, “Volete voi cittadini di Taranto, al fine di tutelare la vostra salute e quella dei lavoratori, proporre la chiusura dell’area a caldo dell’Ilva, maggiore fonte di inquinamento, con conseguente smantellamento dei parchi minerali?”, hanno risposto SI il 92,62% dei votanti e NO il 5,30%.
Difficoltà tuttavia se ne sono riscontrate eccome: in una nota sulla sua pagina Facebook il Presidente di Verdi Italia Angelo Bonelli infatti lancia accuse pesanti alla macchina organizzativa messa a disposizione del Comitato referendario dalle istituzioni.
Secondo Bonelli quest’oggi
è stata fatta una scientifica opera di boicottaggio!! Non solo non c’è stata un’informazione adeguata in grado di raggiungere tutta la popolazione ma l’amministrazione comunale ha tagliato del 50% i seggi elettorali e gli scrutatori.
ha scritto riferendosi alle varie difficoltà incontrate dalla macchina organizzativa del referendum. Che, va detto, non avrebbe avuto effetti immediati (qualora fosse stato raggiunto in quorum) ma avrebbe certamente messo in difficoltà la giunta comunale che si sarebbe dovuta attivare in qualche maniera per ottemperare al volere popolare.
Il Comune ha costituito 82 sezioni, in 19 scuole e una nell’ospedale Santissima Annunziata.
I dati parziali dai seggi però sono impiegosi: al quartiere Tamburi, il più esposto alle polveri del siderurgico ed alle conseguenze sanitarie ed ambientali dell’inquinamento, hanno votato meno cittadini che nel resto della città. La scarsa informazione e la scarsa motivazione al voto hanno fatto il resto.
Bonelli non ha disdegnato nemmeno un affondo, sacrosanto a dire la verità, al capopopolo del M5s Beppe Grillo, che sul pirogassificatore di Aosta si era invece speso parecchio (cosa forse determinante nell’esito del referendum):
Nonostante queste operazioni di boicottaggio l’affluenza complessiva si avvicinerà ai 30 mila votanti che si sono voluti esprimere sul drammatico inquinamento che stringe in una morsa la città. In questo quadro, però, spiace constatare che Beppe Grillo, che in altre occasioni, come per il referendum contro l’inceneritore in Val D’Osta si mobilitò personalmente con un comizio, non sia intervenuto sul referendum di Taranto: non un comizio, non un post o una dichiarazione sul suo blog…
Una cosa che dovrebbe far riflettere in molti.