Rifiuti
La crescita economica senza fine non ci darà un’economia sana
Misurare il livello di salute di una società dalla crescita del PIL è come misurare la salute dell’oceano dalla crescita della marea.
[Tratto da un interessante articolo di Andrew Simms apparso ieri sul Guardian].
«Valutare il grado di salute di un’economia in base al fatto che cresca o diminuisca di una frazione dell’1% è come misurare l’altezza della marea per decidare se l’oceano è in buone condizioni oppure inquinato.
Ironicamente, la brama per una crescita insostenibile dei profitti nel settore finanziario ha distrutto le ocndizioni per una più ampia e significativa crescita dell’economia reale.
Il dibattito pubblico sull’economia verte oggi su chi ha il piano più convincente per ristabilire la crescita; chi, in altre parole può esercitare la maggiore attrazione lunare per ottenere una marea maggiore, nella speranza non scientifica che ciò sia la stessa cosa che ottenere un oceano in salute e pieno di vita.
Il Fondo Monetario Internazionale fa previsioni economiche che si rivelano invariabilmente sbagliate. I loro pronunciamenti sono tuttavia accolti con generale credulità e i governi pendono dalle sue labbra, temendo le critiche e vantandosi degli elogi. Recentemente il FMI ha stimato che l’economia globale crescerà stabilmente del 3,3%.
Un momento, con questi ritmi l’economia raddoppierà la sua scala in circa 20 anni! (1) Per sopportare l’attuale scala dell’economia stiamo già accumulando un debito ecologico, usando almeno il 50% in più di risorse e producendo più rifiuti di quanto gli ecosistemi possano permettere.
A questo punto arriva la risposta standard: la tecnologia risolverà tutti i problemi, l’economia dei servizi sostituirà quella materiale, e le società più ricche sono meno inquinanti.
Non è vero: nonostante gli enormi cambiamenti tecnologici e culturali, le emissioni di carbonio sono cresciute tenacemente del 2% a partire dal 1850. D’altra parte non ci possiamo aspettare altro da un modello economico crescita-dipendente alimentato dai combustibili fossili. Ogni miglioramento di efficienza viene perso, annegato dall’aumento dei consumi (2).
Recentemente un rapporto ci ha ricordato che per preservare un clima adatto alla nsotra civiltà, dobbiamo lasciare la maggior parte dei fossili sotto terra. La stessa Shell ammette che ci sono solo due strategie pratiche per il clima: lasciare il carbonio nel suolo, oppure estarlo e poi rimettercelo (3), ammettendo poi che questa seconda opzione non funzionerebbe.
Il regno Unito potrebbe essere leader nel mondo creando rapidamente le inffrastrutture di un’economia del meglio non del “di più”, cje possa essere fiorente senza essere dipendente dall’espansione senza fine.»
(1) E’ la magia terrificante della funzione esponenziale: (1+0,033)^22=2,04
(2) E’ il cosiddetto paradosso di Jevons.
(3) Si fa riferimento all’idea discutibile e del tutto teorica del carbon capture and storage.