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Venezialand, come la Serenissima è diventata un luna park
Presentato a Cinemambiente, Teorema Venezia di Andreas Pichler rivela la decadenza di una delle mete turistiche più ambite al mondo
Navi gigantesche che entrano nella laguna. Palazzi vuoti. Acqua alta. Giovani costretti ad andarsene e anziani che presidiano quello che era un crocevia del commercio, della cultura e dell’arte e ora è ridotto a museo. Teorema Venezia di Andreas Pichler è un documentario pensato, girato e montato per il cinema. Non un reportage, ma un racconto che va in profondità e che lascia la parola a chi a Venezia ci vive e resiste.
L’autore, dopo la proiezione di Cinemambiente ha rivelato come la preparazione del film sia durata un anno e questo lungo approccio a questa scontrosa città si nota nell’apertura totale di alcuni dei personaggi che guidano il regista alla scoperta del capoluogo veneto.
Una nobildonna veneta racconta la decadenza della città assediata dai “barbari”, i ventuno milioni di turisti all’anno che arrivano, vedono Venezia in un giorno, in poche ore e poi ripartono verso nuove mete. Quotidianamente sono circa 58mila i visitatori che arrivano nella Serenissima. Ultimamente grandi navi da crociera hanno iniziato ad attraversare il Canal Grande, con i turisti che possono così ammirare gli splendidi palazzi dipinti dal Canaletto senza neanche mettere piede a terra.
Un vecchio gondoliere – che racconta di avere dato istruzioni a Dino Risi, quando nel 1958 girò Venezia, la luna e tu con Alberto Sordi – racconta di come sia cambiato il turismo, una volta “slow” e principalmente statunitense, ora “fast” e proveniente perlopiù da Russia e Asia.
Il ritratto più decadente è quello offerto da un agente immobiliarista che insiste sull’anacronismo dei palazzi veneziani, insidiati dal moto ondoso e da ristrutturazioni poco smart: “Fra 30-40 anni questi muri di cemento verranno giù” confida in una sorta di confessione.
Ma Teorema Venezia mostra, oltre all’aggressività del turismo e alle speculazioni dell’edilizia (con appartamenti che vengono venduti a 12mila euro al mq), anche il progressivo spopolamento, lo smantellamento dei servizi, dalle poste ai mercati rionali. La gente, specialmente chi è più giovane, come il traslocatore Flavio che “emigrerà” a Mestre dopo aver compiuto tanti traslochi per altri. Un documentario bellissimo, sulla trasformazione di una città in un luna park, nella migliore delle ipotesi in un museo, in cui nel 2030 si prevede non ci sarà più un residente, ma soltanto “barbari” di giornata, a caccia di foto da scaricare sull’hard disk e serenate a pagamento.
Foto | Cinemambiente