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Ilva, Enrico Bondi è commissario straordinario
Approvato il decreto legge del governo sul commissariamento temporaneo dell’Ilva di Taranto: Enrico Bondi è il commissario dell’acciaieria tarantina.
Il decreto del Consiglio dei Ministri: Enrico Bondi commissario all’Ilva
17.21 – E’ terminata da poco la riunione del Consiglio dei Ministri, avente come ordine del giorno “l’esame di un provvedimento urgente riguardante il settore siderurgico” o meglio, come anticipato dal ministro Zanonato stamattina, riguardante il commissariamento dell’Ilva.
Il commissariamento di Ilva, decretato dal Cdm, avrà una durata massima di 36 mesi; il commissario straordinario Sarà Enrico Bondi (ex Montedison e Parmalat). Lo stesso commissario potrà avvalersi di due subcommissari.
Nel frattempo il ministro dell’ambiente Andrea Orlando dovrà nominare cinque esperti che avranno il compito di presentare il piano delle misure e delle attività di tutela ambientale e sanitaria dei lavoratori e della popolazione e di prevenzione del rischio di incidenti rilevanti.
Il ministro per gli affari regionali Graziano Delrio, all’uscita del Cdm, ha spiegato che si stanno definendo gli ultimi dettagli del decreto.
Per Ilva sarà oggi una giornata di radicale cambiamento, seppur temporaneo: il ministro Flavio Zanonato (sviluppo economico) ha annunciato, al suo arrivo alla Camera questa mattina, un decreto legge che prevederà il commissariamento temporaneo dell’acciaieria tarantina.
Abbiamo deciso di convocare il governo per mettere a punto un decreto che prevede il commissariamento temporaneo; tale decreto consentirà di gestire l’azienda attuando l’Autorizzazione integrata ambientale (Aia). Siamo consapevoli che il risanamento non può essere condotto con la necessaria convinzione da chi ha determinato l’allarme ambientale di cui stiamo discutendo.
ha spiegato il ministro Zanonato, sottolineando come il decreto sia sostanzialmente già pronto (cosa che si era intuita dalle parole del ministro dell’ambiente Andrea Orlando di ieri pomeriggio) e prevede la sospensione dei poteri degli organi societari e la nomina del commissario: solo al termine di questa delicata fase di gestione commissariale saranno ricostituiti i vari organi di amministrazione. Il rischio che Ilva possa chiudere va assolutamente scongiurato, secondo il ministro, perchè dal colosso tarantino dipende il futuro dell’industria dell’acciaio italiana e, cosa che non è un dettaglio, la credibilità del panorama industriale del nostro paese.
La chiusura di Ilva avrebbe un impatto economico negativo per 8 miliardi di euro annui: 6 miliardi circa riguarderebbero la crescita delle importazioni, 1,2 miliardi tra sostegno al reddito e minori introiti per l’amministrazione pubblica e 500 milioni per la minore capacità di spesa per il territorio. […] gli investimenti realizzati in questi anni non sono stati sufficienti a riequilibrare il rapporto tra produzione, salute e ambiente e molte disposizioni sono state totalmente o parzialmente disattese dall’azienda.
Insomma, il governo parrebbe aver trovato una quadratura del cerchio per il colosso dell’acciaio, non disdegnando attacchi ormai frontali all’azienda, la cui credibilità è stata letteralmente picconata non tanto dalle inchieste e dai sequestri miliardari (di Milano e di Taranto), quanto dal suo medesimo atteggiamento: nonostante i proclami, anche recenti, sull’avanzamento dei lavori per ottemperare all’Aia (le cui prescrizioni, secondo Ilva, qualche mese fa erano quasi completate).